"Se il ministro parla così è già finita"

La replica: Ferrentino pronto al ritiro (dalla Commissione -ndr)
Lettera dei gruppi contrari all´alta velocità: non ci fermerete

 

da Repubblica del 13/10/05 - Pagina III Cronaca di Torino

 

«Se è vero che il ministro ha dato un ultimatum così netto, allora la commissione Rivalta può sciogliersi subito».

Antonio Ferrentino presidente della Comunità montana Bassa valle Susa e tra i registi della delicata operazione di mediazione in corso sulla questione Tav risponde senza dubbi: «Noi abbiamo ottenuto che la commissione riprendesse a parlare dei sondaggi "sanitari" quelli per rilevare l´eventuale presenza di amianto e uranio. Di quelli si può parlare. Se invece Lunardi dichiara che il 31 ottobre deve partire anche in cantiere di Venaus, (ndr la galleria preliminare al tunnel Tav) allora la commissione non serve più. Le discussioni sono una cosa, gli strappi un´altra: la commissione Rivalta sta lavorando bene, e noi abbiamo la massima fiducia. Ma se ognuno la tira per la giacca per averla dalla sua parte allora non serve più a niente».


Ferrentino parla anche della proposta lanciata nei giorni scorsi dal sindaco Susa Sandro Plano di indire un referendum tra gli abitanti della valle per capire che cosa pensa davvero la maggioranza dei valsusini sulla Tav. «Parliamo tutti tanto di democrazia poi quando si tratta di applicarla...Credo che il referendum sia una strada, forse l´unica possibile, per far capire ai comitati, a chi in valle si sta adoperando in prima persona nella lotta anti Tav il percorso che stanno facendo i sindaci».


Già, perché oggi sindaci e responsabili delle due comunità montane si trovano davvero tra due fuochi. Le esigenze e le «forzature» del governo da un lato, e la pressione della gente della val Susa ben esplicitata nelle lettera che nei giorni scorsi i gruppi che partecipano alla lotta anti Tav hanno inviato proprio ai sindaci. «Il ministro - spiegano nella lettera - ha in realtà inteso la commissione Rivalta come un "cavallo di Troia" per garantire un rapido avvio dei sondaggi. Che, per altro, non serviranno né a tutelare la salute né a cercare l´amianto, ma solo a convincere l´Ue ad aprire il portafoglio fingendo che io lavori siano iniziati. Quei sondaggi -concludono- sono completamente inutili: noi saremo comunque contrari a quell´opera inutile e dannosa per l´economia italiana». Per questo chiedono a tutti i sindaci di continuare la lotta: «Se hanno paura che qualcuno si possa fare male pensino che può succedere più facilmente se loro non cercheranno di fermare i sondaggi: perché noi ci saremo, insieme a tutta la gente di questa valle».