Rogo nel tunnel del Frejus, due morti
 
Camion in fiamme e venti intossicati. Niente sensori allŽimbocco di Oltralpe


LŽincendio nel versante francese divampato da un Tir carico di pneumatici. Inferno a mille gradi, polemiche sulla sicurezza


di Meo Ponte da Repubblica del 5/6/2005 – pag 20

FREJUS - Pare lŽalito di un drago il fumo nero e acre che esce dal tunnel. LŽocchio elettronico delle telecamere allŽinterno della galleria rimanda agli schermi della sala operativa immagini infernali: un muro impenetrabile di fumo rotto a momenti dai lampi delle fotocellule dei vigili del fuoco che cercano di farsi strada verso lŽepicentro dellŽincendio. È al chilometro 5 più 600, ad appena mezzo chilometro dal confine con lŽItalia che alle 17,30 è scoppiato lŽinferno. Due morti e venti intossicati. Ma è un bilancio ancora provvisorio. Il primo cadavere è stato trovato intorno alle 19, il secondo alle 23. Dalla Francia rimbalzano voci di altre vittime, mentre è polemica sulla sicurezza. Nel mirino lo speciale sensore termografico, che attraverso gli infrarossi registra le condizioni termiche dei veicoli in transito evidenziando le anomalie: unŽapparecchiatura attivata nel 2001 in Italia ma mai entrata in funzione allŽingresso di Modane, in Francia.


Dalibor Vuksanovic, 23 anni, autista serbo che lavora per la ditta di autotrasporti Gnoli di Settimo Vittone guidava il suo Renault Magnum carico di pneumatici e stava rientrando dal Belgio diretto a Bari, quando ha visto improvvisamente salire un filo di fumo dalla parte destra della sua cabina. Racconta: «Ho visto quel fumo e ho subito capito che stavo andando a fuoco. Sono sceso per correre al primo segnale dŽallarme. Poi mi sono messo in mezzo alla carreggiata per fermare le auto che stavano arrivando dallŽingresso italiano». Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Susa lŽincendio del camion potrebbe essere stato causato dalla rottura improvvisa della turbina. Di qui la dispersione del gasolio sul propulsore caldo. «Non so che cosa sia successo - continua un altro camionista, Yannick Ayacke - Ho capito solo che dovevo dare lŽallarme perché in pochi secondi si sarebbe scatenata una tempesta di fuoco». Un camion ignora lŽautista serbo e riesce a passare verso la Francia, altri due invece sono costretti a bloccarsi. Spiega Yannik, 31 anni, che con il suo Scania Top Line stava portando in Francia un carico di mozzarelle: «Mi sono trovato di fronte una cortina di fumo e quel ragazzo serbo che si sbracciava. Ho mollato tutto e mi sono messo a correre verso lŽuscita italiana».


Anche Zsot Adam Lorand, 32 anni, autista romeno che lavora per la Donati autotrasporti di Ravenna e che sta portando oltre confine un carico di colla si blocca appena in tempo: «Mi sono messo a correre con i miei due colleghi e intanto mandavamo indietro quanti stavano arrivando». Un camper di turisti fa un rapido dietrofront e torna in Italia, una Chrysler che ha a bordo anche un bambino carica i tre camionisti ormai sfiniti, semiasfissiati dal fumo. Nella sala di controllo del traforo (una sola e dal lato italiano) scattano le procedure di emergenza: vengono aperte le serrande di estrazione allŽinterno della galleria mentre due ventilatori aspirano il fumo. Una squadra di vigili del fuoco che ha la caserma allŽimbocco del tunnel si getta nella galleria con unŽautopompa e una navetta: in sei raggiungono il tratto del rogo ma il calore è ormai insopportabile, il fuoco del Renault Magnum si è esteso agli altri due camion e lŽincendio sviluppa una temperatura di più di mille gradi. Parte della volta è crollata. I vigili devono abbandonare i mezzi e scappare da quella trappola di fiamme e fumo attraverso la via di fuga che è il condotto di aerazione. Prima però inciampano in un corpo annerito e privo di vita. «Lo abbiamo trascinato sino al rifugio numero 6 - spiegano i vigili, tutti e sei ricoverati per un leggera intossicazione - Ma per lui non cŽera più niente da fare». Quel cadavere sconosciuto sarà recuperato qualche ora dopo dai vigili del fuoco francesi che però non riescono a penetrare negli ultimi cinquecento metri inesplorati dai soccorsi.