CHE COSA RESTA?
(si fa sempre più finto il confronto istituzionale) (4/3/07)
- Il Governo Prodi-bis mette la Torino-Lione tra le sue 12 priorità ;
- il Commissario UE Barrot esige che l'Italia depositi il progetto per la tratta internazionale entro Giugno, se vuole accedere al contributo europeo (piccole cifre: meno di 7 miliardi di Euro da suddividere fra 30 opere);

- la pseudo-Conferenza dei Servizi continua a riunirsi, incurante della propria legittimità, come minimo per far avanzare l'orologio delle "procedure" verso momenti decisionali forzati (fine Aprile, ... Settembre).

Che cosa resta da discutere nell'Osservatorio Tecnico?
Il "COME" costruire l'infrastruttura; non il "SE" serve realizzarla:
gli innumerevoli e sempre più pesanti diktat, divenuti ora nazionali ed internazionali, umiliano ogni giorno di più la dignità del reale confronto tecnico sulle potenzialità della ferrovia esistente e sulle previsioni della futura domanda di trasporto.
Come se non bastasse, anche dall'interno dell'Osservatorio 3 personaggi DS, i rappresentanti tecnici di Comune di Torino, Provincia e Regione, spingono energicamente per troncare la discussione sui dati di traffico (il tema della necessità e dell'utilità dell'opera) e passare oltre.

Che cosa resta dell'ascolto delle popolazioni locali?
I fautori della Torino-Lione, a tutti i livelli istituzionali dalla Provincia fino alla UE, non risultano dunque realmente disponibili a discutere SE fare il nuovo tunnel di base internazionale: dicono che si fa e basta. Tra l'altro l'unico PROGETTO di tratta internazionale redatto è tuttora (a 4 mesi dalla scadenza indicata da Barrot) quello di LTF: sbocco a Venaus, viadotto Valcenischia, tunnel di Bussoleno e piazzale di stazionamento nella piana di Bruzolo (Di Pietro direbbe: sinistra Dora).
Al di là di mille congetture confusionarie su varianti di tracciato (vedi il comunicato stampa del Coordinamento Comitati NO-TAV), su questa parte siamo esattamente alle posizioni di Dicembre 2005.

Che prospettiva resta per i prossimi mesi?
Se la disponibilità delle istituzioni all'ascolto è solo formale, ma nella sostanza non c'è, il confronto in tutte le sedi è chiaramente finto. Se intanto il Partito Trasversale degli Affari continua a precostituire più o meno palesemente soluzioni obbligate, i cittadini se ne accorgono e si sentono raggirati. Tutto ciò rischia irresponsabilmente, ma inesorabilmente, di riportare il calendario della contrapposizione a fine 2005.