TAV, gli “altri sindaci” si smarcano

Il cartello di centrodestra contesta Ferrentino e il Fare

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 3/2/09 – pag.4

 

I Sindaci di centrodestra di Orbassano, Collina morenica, val Sangone e alta valle di Susa non riconoscono le decisioni prese il 23 gennaio a Palaz­zo Chigi con la rappresentanza della Conferenza dei sindaci.

 

Alla vigilia dell'incontro con il ministro Matteoli, per il sindaco di Orbassano Eugenio Gambetta, l'at­tenzione deve passare adesso alle ricadute economiche per il territorio. «Già nella riunione con il prefetto ci era stato spiegato che non si trattava di un accordo separato, ma di un sem­plice recepimento di alcune attenzioni chieste dai sindaci della bassa valle di Susa - ricorda Gambetta - Non è come la vuole vendere Ferrentino: non gli hanno riconosciuto nulla, semplice­mente gli hanno detto che prenderanno in considerazione il Fare. Ma glielo hanno già detto altre volte. Piuttosto, non vedo motivi per continuare ad ostacolare il lavoro dell'Osservato­rio. Abbiamo consegnato le nostre osservazioni all'architetto Minucci che ci rappresenta in Osservatorio, a quelli che ci paiono già dei buoni punti per imbastire il progetto. Inoltre, mi pare che la funzione di Orbassano sia stata confermata e riconosciuta con i finanziamenti concessi per la linea ferroviaria per il San Luigi e per il potenziamento del nostro scalo. Sulla rappresentanza territoriale sono d'accordo sul fatto che sia demandata al territorio in accordo con il governo. Ma adesso è venuto piuttosto il momen­to di pensare alle ricadute economiche dei lavori. Dobbiamo assolutamente chiedere garanzie perché i subappalti vadano alle ditte dei nostri comuni e che gli operai vengano assunti nel no­stro territorio. Dobbiamo fare come in Maurienne: un canale privilegiato per le nostre imprese che stanno patendo la crisi e che da questi lavori possono avere un rilancio».

 

«Per noi, i luoghi di qualunque negoziato sono solo l'Osservatorio e il Tavolo politico - ribadisce Daniela Ruffino, sindaco di Giaveno - E non siamo d'accordo che la rappresen­tanza al Tavolo di Palazzo Chigi sia scelta dai Comuni. La deve scegliere il governo. Altrimenti, che facciamo? Se le elezioni le vince il centrodestra e prendiamo la Comunità montana mettiamo solo nostri rappresentanti? E se vince in centrosinistra siamo noi gli esclusi? I rappresentanti li deve scegliere il governo in base a criteri oggettivi. Per il resto, un sindaco può incontrare chi vuole ma certo siamo infastiditi di ricevere queste convoca­zioni da parte di una Conferenza dei sindaci e di un presidente che non rico­nosciamo. Noi a questa Conferenza dei sindaci non abbiamo mai partecipato. AI contrario, partecipiamo all'Osser­vatorio con un nostro rappresentante e al Tavolo politico».

 

Il sindaco di Giaveno il problema della rappresentanza lo pone anche per il Piano strategico coordinato dalla Provincia. «Vogliamo che ogni ulteriore passo del Piano strategico sia sospeso fino alle elezioni. Capisco che Saitta si giochi la rielezione su questo, ma trovo intollerabile che ci sia stata chiesta una lista della spesa, che non siano stati coinvolti adeguata­mente i sindaci, che la val Sangone sia accomunata alla val Ceronda (per la Regione e la Provincia non dovremmo essere in una Comunità montana con la valle di Susa?) e soprattutto che non sia chiaro quali soldi sono a disposi­zione per il progetto strategico. Meglio sospendere tutto fino alle elezioni».

 

«La Conferenza dei sindaci non è un'istituzione - aggiunge il presidente della Comunità montana alta valle Mauro Carena - Se è per questo anche in Alta valle ne esiste una che è più che legittimata nell'esprimersi nelle questioni che riguardano l'alta valle. La Conferenza dei sindaci convocata dalla bassa valle di Susa non ci rappre­senta e non può parlare a nome nostro. E soprattutto non può spendersi in giro come la Conferenza dei sindaci della valle di Susa. Credo che questo il governo lo sappia bene e non ci vedo nulla di male se ha accettato di riceve­re quei sindaci che avevano chiesto un incontro. Ma i sindaci che sono andati a Roma non hanno fatto nessuna sinte­si tra le posizioni di tutti. Hanno solo rappresentato le loro posizioni, per di più assolutamente diversificate al loro interno. Un incontro che in definitiva mi pare non abbia portato proprio a niente di significativo».