La doppia partita dei "No Tav" 

In 500 ieri hanno sfilato a Borgone dove avrebbero dovuto cominciare i sondaggi da parte di Ltf per l´Alta velocità 

Oggi vertice con Bresso e presidio contro i carotaggi



di Sara Strippoli da Repubblica del 21/6/2005 – pag II Cronaca di Torino


Borgone

Un consiglio comunale fiume all´aria aperta dalle otto del mattino fino a mezzanotte per chiedere una moratoria di tre mesi e impedire l´avvio dei carotaggi sul sito scelto da Ltf sulla strada fra Borgone San Didero. Un presidio pacifico con cinquecento persone controllato a distanza ravvicinata dagli agenti della Questura e della Digos, il vicequestore Sanna e il capo della Digos Giuseppe Petronzi nel ruolo di mediatori, più volte incontrati a metà strada per studiare le reciproche intenzioni. Ci sarà un´azione di forza, o più saggiamente si attenderanno le indicazioni della politica?

Questa mattina in sala Viglione è fissata l´audizione a cui parteciperanno tutti i 44 sindaci della Bassa e Alta Valle.


Si gioca dunque oggi, con gli amministratori in città e i loro vice e assessori in valle a proseguire il presidio del terreno, la partita del fronte variegato «No-Tav», che a Mercedes Bresso, all´assessore ai trasporti Borioli e a tutti i consiglieri che vorranno esserci chiede risposte chiare ai numerosi quesiti aperti, sostenibilità ambientale ed economica, la situazione idrogeologica, il rischio amianto al Musiné e uranio nell´area di Venaus.

Una partita difficile, considerata da molti persa in partenza, nonostante la soddisfazione del presidente della comunità montana Antonio Ferrentino per avere incassato la disponibilità del Consiglio regionale ad ascoltare le ragioni di un´opposizione che ribadisce il suo rifiuto a ogni accenno ad ipotesi di compensazione.


La Provincia, ha detto nel suo intervento il presidente del Consiglio provinciale Sergio Vallero, seguirà il modello scelto dalla Regione e convocherà un consiglio aperto ai rappresentanti della valle: «Ne ho parlato con Saitta questa mattina».


L´operazione Tav parte proprio da Borgone, la ditta che ha vinto l´appalto da Ltf doveva entrare ieri per prendere possesso del terreno, i mezzi pronti ma tenuti opportunamente lontani per evitare inutili tensioni. Con il dubbio ancora aperto se la mancata azione di ieri comporti la necessità di una successiva notifica, come sostiene il presidente della comunità montana dell´Alta Valle Mauro Carena. Il quale annuncia che il suo partito, la Lega, oggi si unirà al coro di chi chiede la moratoria di tre mesi: «Stiamo lavorando per allargare il consenso sulla nostra posizione». L´opposizione ai sondaggi è condivisa. «Questi carotaggi non servono a definire il "se" ma semplicemente il "come". In altre parole non sarebbero garanzia di sicurezza, ma solo utile strumento per la realizzazione»


È stata la giovane donna sindaco di Borgone Simona Pognant a condurre l´interminabile consiglio-presidio cui hanno partecipato tutti i sindaci della valle, cinquecento persone in rappresentanza di tutti i mondi riuniti sotto il comune slogan «No-Tav», anziani, bambini, residenti della valle e una trentina di ragazzi dei centri sociali torinesi, anarchici della valle e Disobbedienti. Con la Madonnina del Rocciamelone a proteggere «questa valle di lacrime» e a cui rivolgere preghiere di buon auspicio per il futuro che attende una valle di Susa che si sente vittima impotente di giochi lobbistici ben più potenti della stessa politica.


Oltre a Vallero per la Provincia, la Regione era rappresentata dal segretario regionale dei Comunisti Italiani Luca Robotti e dal consigliere di Rifondazione Comunista Iuri Bossutto. Per i Verdi il consigliere Enrico Moriconi e la parlamentare Laura Cima che ha stupito tutti dichiarando che in Regione non esiste la maggioranza per la Tav. Un intervento che ha provocato l´ironica reazione di Robotti: «La Cima non conosce gli argomenti di cui parla».


Il consiglio è proseguito ad oltranza fino a mezzanotte per scongiurare ogni ipotesi di blitz serale.