IL TRAFFICO DEI VELENI

Grandi opere civili sono state trasformate in vere bombe ecologiche
Gli inquirenti avvertono "il rischio e' di inquinare anche le falde acquifere"

SEQUESTRATI I BINARI DELL'ALTA VELOCITA'

Massicciata avvelenata per quattro chilometri da arino a dolo: lavori da rifare


di Sabrina Tomè da Il Mattino di Padova del 23/2/2005 pagina 5


Venezia. Una linea ferroviaria, quella dell'alta velocità Venezia-Milano, che per 4 chilometri è una pericolosa discarica; un cavalcavia, quello del nuovo raccordo di Padova, che è un concentrato di sostanze tossiche; un piazzale, quello dell'area artigianale di Granze, disseminato di materiali nocivi. Una vera e propria bomba ecologica quella scoperta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato che, coordinati dalla Procura di Venezia, hanno stroncato un traffico illegale di rifiuti. E se gli smaltimenti abusivi sono stati bloccati, comincia ora la seconda fase, altrettanto delicata: valutare i rischi delle opere costruite con i rifiuti pericolosi e bonificare le stesse in tempi rapidi. Anche perchè c'è il rischio dell'inquinamento delle falde.


Quattro le grandi opere pubbliche realizzate, secondo gli inquirenti che le hanno sequestrate, con i conglomerati cementizi della C&C: 4 chilometri della linea Alta Velocità Venezia-Milano, nel tratto di Arino (Dolo), il cavalcavia Camerini in zona Arcella a Padova, il piazzale dell'area artigianale di Granze (Pd) e una strada di Bassette, in provincia di Ferrara. Nei quattro siti sono stati eseguiti i campionamenti che hanno messo in evidenza, nei materiali di costruzione, una quantità di metalli pesanti di gran lunga superiore ai limiti previsti per legge. La conseguenza? Le opere pubbliche in questione sono, secondo gli investigatori, "potenzialmente pericolose". Pericolose per i cittadini che le utilizzano, per i residenti e per i lavoratori che le hanno realizzate. C'è inoltre la possibilità di rilascio di materiali microinquinanti nelle sottostanti falde acquifere: il danno ambientale assumerebbe in tal caso proporzioni gigantesche.

Se le analisi ulteriori confermeranno i dati della Procura, allora dovrà scattare la bonifica delle aree inquinate. Il che significa lo smantellamento delle opere appena costruite: i materiali dovranno tornare in discarica ed essere resi inerti. Stavolta per davvero. I costi dell'operazione si prospettano enormi, soprattutto per la linea ferroviaria e per il cavalcavia.

Alta Velocità. Sono quattri i chilometri di massicciata costruiti usando i prodotti della C&C. La concentrazione di sostanze come idrocarburi, zinco, piombo e nichel supera i limiti di legge, ma è più contenuta rispetto a quella del cavalcavia di Padova. E questo perchè i capitolati d'appalto delle ferrovie sono rigorosi nell'individuazione dei materiali da utilizzare. I rischi per la salute pubblica, però, rimangono inalterati: "C'è una potenziale pericolosità, diffusa nella tratta", ha detto ieri Gianfranco Munari, vicequestore aggiunto del Corpo Forestale. Il tratto dei cantieri Tav sequestrati fa parte della linea Alta velocità Verona-Venezia lunga circa 100 chilometri. Per il tratto da Verona a Padova è stato individuato un corridoio concluso il 22 marzo 2000. Il tratto Padova-Venezia Mestre attraversa invece 8 comuni (Padova, igonza, Dolo, Mira, Mirano, Pianiga, Spinea, Venezia) e si sviluppa per circa 24 chilometri in affiancamento alla linea ferroviaria esistente. La linea Mestre-Padova (inaugurazione dei cantieri fatta dal ministro Lunardi e dal governatore Giancarlo Galan nel febbraio del 2003), oltre ad essere una linea veloce sarebbe dovuta diventare anche una linea ad alta capacità.


Cavalcavia. Ottantaquattro dei 130 campioni eseguiti dal Corpo Forestale hanno interessato il cavalcavia Camerini. Proprio quì, infatti, è stata rilevata la maggiore concentrazione di sostanze inquinanti. Un esempio? La quantità di idrocarburi è di 19 mila mg/Kg contro il limite di 750; lo zinco raggiunge quota 7.150 mentre il limite è di poche decine di unità.
Numerosi esposti sono stati presentati da Mario Levante. "I tir che portavano il materiale arrivavano all'alba - dice Levante - I detriti erano grigio scuro e puzzavano".


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GLI ABITANTI DI BALLO'

"CI HANNO ROVINATO LA SALUTE"


Mirano. "Queste massicciate inquinanti vanno abbattute e portate via immediatamente. Non vogliamo vivere con l'incubo della diossina o di qualcosa di peggio. Dopo essere invasi ogni giorno dallo smog delle auto, ora arrivano anche questi nuovi inquinanti. Vogliamo tutelare la salute dei nostri figli". Sono allarmati i cittadini di Ballò (Mirano), alla notizia del sequestro da parte della Magistratura di cinque chilometri di cantiere della linea ad alta velocità. "Abbiamo visto spesso arrivare - spiegano Moreno Palasgo e Marta Mantovan portavoce dei cittadini della zona - camion carichi di materiale, ma non potevamo certo sapere che anche il cemento era inquinato. Insomma almeno su quello non era mai sorto alcun dubbio". Anche per i capistazione della stazione di Ballò, il via vai dei camion e la movimentazione di terra non aveva mai costituito un problema: "C'erano - dicono - semmai proteste per i rumori provocati dagli scavi, ma che si potesse arrivare a tanto non ci avrebbe mai creduto nessuno".


Intanto i rappresentanti dei residenti non intendono restare con le mani in mano. "Nei prossimi giorni chiederemo un'indagine dell'Asl 13 per monitorare e verificare il livello di tossicità emanati dalle polveri di questi cementi. Per anni abbiamo respirato queste sostanze senza saperlo e ora vogliamo sapere se ci sono stati danni al nostro organismo".

I cittadini chiedono anche ai comuni di Mirano e Dolo di costituirsi parte civile nel processo contro gli inquinatori. (a.ab.)