Cronaca a cura del Comitato NO-TAV Torino

 

Bruxelles, 12/9/05: terza audizione alla UE per i Comitati NO-TAV

 

Le Associazioni ed i Comitati valsusini che avevano sottoscritto la petizione contro la Torino-Lione a Gennaio 2003 sono stati nuovamente convocati a Bruxelles dalla speciale Commissione del Parlamentro europeo per un reciproco aggiornamento.

In questa occasione i firmatari dell’esposto sono stati validamente rappresentati da Ivana Galliano e da Marco Tomalino; quest’ultimo, in qualità di portavoce del coordinamento dei medici di base della valle, è anche primo firmatario di una più recente petizione (Marzo 2004) incentrata sul tema dei rischi per la salute della popolazione.

Oltre ai membri della Commissione Petizioni erano presenti all’incontro e sono intervenuti nel dibattito anche il commissario UE Jacques Barrot e l’europarlamentare Monica Frassoni.

 

Ivana e Marco hanno ripercorso sinteticamente i motivi ambientali, sociali ed economici dell’opposizione all’opera, fornendo alla presidenza un dossier fotografico e di articoli di stampa sul protagonismo popolare nelle manifestazioni e presìdi anti-sondaggio sul territorio che hanno caratterizzato i mesi estivi.

E’ stato anche segnalato alla Commissione che, in probabile violazione delle regole europee, il “cunicolo geognostico” di Venaus consisterebbe in realtà nello scavo di un tunnel di 6 metri di diametro, profondo 7-10 Km, senza preventiva effettuazione della Valutazione di Impatto Ambientale. Sempre in relazione al cunicolo si è data informazione agli interlocutori dell’apertura di un’inchiesta della Magistratura italiana per violazioni di legge nell’assegnazione degli appalti nei confronti, tra altri, pure di due direttori della LTF, l’impresa di progettazione della tratta internazionale del TAV (anche per questa vicenda si sono consegnati gli articoli dei giornali).

Nel seguito riportiamo il testo dell’intervento del Dottor Tomalino.

 

Jacques Barrot è intervenuto brevemente ricordando che vi sono motivazioni di carattere strategico alla base della scelta europea di finanziare un’opera che mira a favorire il passaggio delle merci “da gomma a ferro”, ma ha chiarito che al momento gli investimenti della UE per la Torino-Lione sono relativi alla fase di studio e progettazione, mentre le decisioni sulla realizzazione sono previste nel 2006-2007.

Il presidente di commissione ha concesso anche a Monica Frassoni un intervento, che è stato di pieno e grintoso sostegno alle ragioni di opposzione dei valsusini: anche in questa occasione l’appoggio logistico e “diplomatico” di Monica e del suo staff sono stati determinanti nel permettere la realizzazione dell’audizione dei Comitati a Bruxelles.

 

Al termine dell’incontro il presidente, complimentandosi per la qualità e quantità di documentazione finora fornita a supporto della petizione, ha dichiarato che l’iter dell’esposto rimarrà aperto in considerazione della pertinenza degli argomenti sollevati ed ha accettato l’invito ad un sopralluogo di una delegazione della Commissione in Valle di Susa; nei giorni seguenti è stato poi comunicato, attraverso l’ufficio di Frassoni presso il Parlamento UE, che il periodo previsto per la visita è fine Novembre prossimo.

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Testo dell’intervento letto da Marco Tomalino in Commissione:

 

TAVOLO TECNICO


A conferma della costante e inalterata opposizione della popolazione a quest'opera, è al momento al lavoro una commissione tecnica multi parte che dovrebbe esaminare le criticità sollevate dai cittadini e dai sindaci. Il fatto che si stia ancora discutendo dimostra che non ci sono state consultazioni esaurienti con la popolazione e i suoi rappresentanti e che sono irrisolte le questioni  ambientali e sanitarie, così come quelle di tipo trasportistico ed economico.


ASPETTI TRASPORTISTICI


Ricordo che il progetto della linea TAV/TAC Torino-Lione prevede una linea di 254 km, di cui il 51% in galleria, ed è suddiviso in tre tronconi, uno italiano, uno francese ed uno italo francese, ognuno dei quali affidato ad enti diversi, rendendo impossibile così una visione complessiva dell'opera, come previsto dalla "Dichiarazione di interesse europeo". La Valle di Susa attraversata dalla linea è una valle stretta, densamente popolata ed altamente infrastrutturata, con la presenza di un'autostrada, due statali, una linea ferrioviara, è luogo turistico e sede delle prossime olimpiadi invernali. Nella valle transita già oggi il 35% delle merci che valicano l'arco alpino: è legittima la richiesta della popolazione che non venga incrementato ancora questo traffico, studiando percorsi alternativi; la linea TAV è vista spesso come una opportunità per spostare il traffico dalla gomma al ferro, ma, secondo le previsioni fatte da SETEC ECONOMIE per Alpetunnel, solo l'1 % del traffico su gomma verrebbe attirato dalla nuova linea e quindi un futuro aumento di traffici sarebbe accolto dall'autostrada e relativo traforo, che sono ben lontani dalla saturazione; si aggiunga che la linea storica è stata recentemente riammodernata, con diminuzione delle pendenze massime, che sono in corso lavori per consentirne l'uso in modalità di autostrada ferroviaria e che è attualmente utilizzata solo per il 38% del potenziale, difatti la previsione di trasporti sulla futura linea a regime prevede 220 treni sulla linea vecchia contro i 141 di oggi (compresi i passeggeri).

Inoltre la linea TAV non soddisferà la condizione di interoperabilità con le linee europee, come raccomandato dalla UE. Il sistema ferroviario italiano, per ammissione della stessa RFI, non è in grado di gestire convogli merci di lunghezza pari a quella prevista per l'utilizzo della linea, tant'è vero che RFI ha ridimensionato la lunghezza dei binari di stazionamento della stazione di interscambio di Bruzolo. Ciò rende improbabile l'uso della nuova linea come autostrada ferroviaria. In effetti la Torino-Lione viene spesso paragonata all'Eurotunnel, ma ricordo come questo sia oggi sottoutilizzato e sotto l'aspetto finanziario rappresenti un disastro.


ASPETTI ECONOMICI

 

Analogo disastro potrebbe rappresentare la Torino-Lione, per una serie di motivi: le difficoltà da parte degli stati membri di fornire garanzie solide rispetto al piano finanziario, l'incerta situazione economica europea ed in particolare italiana, la mancata attivazione di un partenariato pubblico-privato, la sottostima dei costi reali dovuta alla mancata considerazione di importanti aspetti ambientali e sanitari, l'evidenza che tutte le opere di questo tipo realizzate in Italia hanno visto un aumento di costi fra il 300 ed il 400%. Quindi un'opera di questo tipo comprometterebbe l'equilibrio finanziario dello stato Italiano, come denunciato recentemente dalla Corte dei Conti, e questo squilibrio potrebbe addirittura ripercuotersi a livello europeo, a detta di qualche esperto.


ASPETTI AMBIENTALI


Sicuramente quest'opera comprometterebbe l'ambiente, la residenzialità e l'economia della Valle di Susa, in gran parte legata al turismo. Le falde acquifere che riforniscono gli acquedotti di 30 comuni sarebbero minacciate dallo scavo delle gallerie, come avvenuto nel Mugello. Sul territorio della Valle dovrebbero essere stoccati i 16 milioni di mc di materiale estratto dalle gallerie, per trasportare i quali occorrerebbero circa 2 milioni e mezzo di viaggi con camion. L'attività dei cantieri, che proseguirebbe per 15-20 anni, comporterebbe un inquinamento rumoroso e da polveri in alcune zone non sopportabile. Secondo gli stessi progettisti si avrebbe un aumento dell'inquinamento atmosferico del 5%, che andrebbe a sommarsi ad una situazione esistente già critica, anche per la presenza di una contaminazione del terreno da diossina.


ASPETTI SANITARI


Le maggiori preoccupazioni sono però dovute al fatto che il materiale estratto per lo scavo delle gallerie potrebbe contenere amianto e uranio in quantità notevole. Infatti la zona della bassa valle interessata da una galleria di 23 km appartiene alla stessa formazione geologica della cava di amianto di Balangero, la più grande d'Europa. La presenza di amianto è stata confermata dai geologi dell'Università di Siena, per conto di RFI, ed è stata fatta una stima del materiale conteniente amianto che verrà estratto: 1.151.000 metri cubi, che verranno movimentati e stoccati nella valle, esposti ai costanti venti che raggiungono anche i 100 km orari in direzione della vicina città di Torino; nessuna seria misura è prevista dal progetto per impedire una pericolosissima dispersione di fibre d'amianto, che potrebbe verificarsi anche ben al di là dei confini della valle. E' ben nota la pericolosità dell'amianto, come causa di mesotelioma pleurico, malattia tumorale con una mortalità del 100%, senza valide terapie al momento attuale e senza soglia di sicurezza per quanto riguarda l'esposizione all'amianto. Può essere estremamente pericoloso per la salute pubblica intraprendere quest'opera senza averne valutato attentamente i rischi e predisposto le misure e i fondi per evitarli; ma cosi è, visto che la VIA è estremamente superficiale essendo fatta solo sulla base del progetto preliminare.


Nella zona interessata invece dal tunnel di base di 53 km sono presenti, come documentato da fonti storiche, giacimenti sparsi di uranio, che comportano due possibili rischi: uno, l'intercettazione, durante lo scavo, di un giacimento, con possibile contaminazione di acqua e suolo e di conseguenza umana e sviluppo di linfomi, due, la presenza di elevate concentrazioni di radon nel tunnel con pericolo per i lavoratori e rischio di contaminazione di falde acquifere (ricordo che il radon è classificato dall'IARC in classe 1 ed è considerata la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo); anche in questo caso non sono previste dal progetto misure di sicurezza adeguate e poichè la VIA e la stima dei costi dell'opera vengono effettuate su questo, ci troviamo di fronte ad una pericolosissima sottostima economica e del rischio sanitario. Lo scavo del cunicolo esplorativo di Venaus, 7 km di lunghezza per 6 metri di diametro, che prevede l'estrazione di 500.000 metricubi di materiale, di fatto una galleria, che dovrebbe diventare la galleria di servizio dell'opera ultimata, dovrebbe iniziare tra poco, anche grazie al finanziamento UE di pochi giorni fa, senza che sia stata effettuata una VIA. Su questa vicenda le amministrazioni locali hanno presentato ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato. Per tutti questi motivi 100 medici della valle hanno firmato un manifesto che denuncia pubblicamente la grave situazione che sta per crearsi.


CONCLUSIONE E INVITO


Concludo rivolgendovi l'invito a visitare personalmente il nostro territorio per rendervi conto della fondatezza delle nostre argomentazioni.

Vi ringrazio per l'attenzione.