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MUTUO SOCCORSO - di Chiara Sasso


Comboé
CARTA settimanale 8/14 Febbraio 2008

Sono di quelli che conoscono gli scarponi. Li usano, praticando sentieri alpini. Valle d’Aosta: anche qui un gruppo di cittadini si è ritrovato e ha dato vita ad una mobilitazione per opporsi alla costruzione di una nuova strada. Ci sarà chi trova curioso che esistano (ancora) mondi dove centinaia di persone protestano e chiedono di poter continuare ad andare a piedi, sudando e faticando, ma rigorosamente a piedi. Condizione necessaria per salvaguardare luoghi incantati per la loro bellezza. Non è un caso che sul sito si descriva i sentieri “bordati di anemoni, genziane e viole, silenzio e panorami”. Comboé e una delle ormai poche valli valdostane non segnate da strade o da impianti di risalita. Il Comitato ha organizzato banchetti per far conoscere il problema, raccolta firme (era il febbraio del 2005), sottoscrizioni. Legambiente ha fornito la struttura per fare ricorso al Tar. Era il 17 giugno del 2007 quando è iniziata la terza camminata di protesta. Scrivono: “Un passo dopo l’altro, lungo la salita. La fila s’inoltra dentro il bosco: la sensazione è strana. È una manifestazione? Sembra di sì: lo dicono le magliette “Sì a Comboé – No allastrada. Ma sembra un po’ una gita, forse una processione. Il passo è lento, le facce contente. È facile scambiare quattro chiacchiere: c’è voglia dicomunità”. Giunti al Plan Fenêtre un geologo ha spiegato ai gitanti l’unicità del sito anche sul piano dell’interesse geologico (la Becca di Nona è, come il Cervino, “un pezzo d’Africa” rimasto attaccato al continente europeo).

In queste storie c’è sempre un alpeggio che improvvisamente il Comune (in questo caso il comune di Charvensod) scopre che bisogna sostenere, e c’è sempre una strada che bisogna assolutamente fare, non importa se vicina ad una frana. Le proposte: per esempio l’utilizzo della monorotaia basterebbe a risolvere senza rovinare, senza utilizzare cemento. La Vallée recentemente ha provato a vivere un sogno di speranza e cambiamento, il Consiglio regionale, con la sola astensione della Casa della Libertà, ha approvato un referendum propositivo accanto a quelli abrogativo e consultivo. La Valle d’Aosta è l’unica regione d’Italia, insieme all’Alto Adige a contemplare questa possibilità. I quesiti referendari erano cinque, quattro riguardavano la legge elettorale, il quinto la richiesta della costruzione di un ospedale. Tutto bene, se l’Union Valdôtaine partito di maggioranza ad un certo punto non avesse cambiato idea decidendo di boicottarlo. Troppa democrazia. 

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Ultimo aggiornamento: Venerdì, 8-feb-08