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Solidarietà con le popolazioni del Rio Fergia che resistono agli attacchi delle Rocchetta e delle caste al potere

Una grande prova di unità, di determinazione, di resistenza ci arriva questi giorni dal Rio Fergia; ancora una volta, come a Venaus, come a Vicenza, come a Serre, la lotta popolare riesce a mettere i bastoni tra le ruote agli interessi delle multinazionali e delle classi dirigenti.
Il 26 luglio, come era prima o poi prevedibile, le ruspe della IDREA/ROCCHETTA sono arrivate al pozzo di Boschetto (Gualdo Tadino – PG) per cominciare i lavori che avrebbe prosciugato l’ultima sorgente della dorsale appenninica rimasta ancora viva. La risposta della popolazione non si è fatta attendere: in pochi minuti centinaia di persone hanno bloccato le ruspe, costringendole alla ritirata.
Il caso Rio Fergia è esempio lampante della dittatura che governa l’Umbria: una casta che contemporaneamente stringe tra le sue redini sia il governo della regione, delle due province, della gran parte delle città (e da un anno del Governo Nazionale), che contemporaneamente è espressione dei grandi industriali e degli imprenditori, come del turismo, come delle cooperative “rosse”, delle banche, dei supermercati e dei sindacati. In altre parole viviamo sotto un regime trasversale, sotto un Partito-Stato (come in Cina), che detiene il controllo di ogni terminale della società, dalle istituzioni centrali, alle imprese, ai sindacati.
In questa regione, ci ricorda la vicenda del Rio Fergia, non esiste nessuna opposizione istituzionale: le concessioni alla multinazionale Rocchetta sono state avallate grazie alla complicità del centrodestra e all’opportunismo di Rifondazione, che se da una parte si lava la coscienza votando NO, dall’altra non ha il coraggio di mandare a casa una Giunta in cui i “comunisti” occupano le poltrone “più comode”, a cominciare dal Presidente del Consiglio Regionale.
Contemporaneamente, però, il caso del Rio Fergia, come la grande protesta di Spoleto contro l’aggressione del territorio, come i comitati che sorgono a Terni contro gli inceneritori, ci stanno insegnando che l’opposizione popolare esiste e resiste! Resiste contro una maggioranza REALE che va dal PRC ad AN, dai sindacati ai padroni, dai Verdi ai cacciatori, ma che non è riuscita ad ingannare le popolazioni ed incatenarle nei teatri dove va in scena lo spettacolo della politica.

Mentre al Rio Fergia il popolo riusciva a cacciare le ruspe, a Spoleto veniva finalmente alla luce uno dei più gravi scandali di aggressione ambientale e di corruzione che in città si sia mai ricordato. Si tratta dei 18 avvisi di garanzia, tra politici e imprenditori, per l’ippo-cava di Poreta. La cava di Poreta è uno dei più orrendi scempi perpetuati dai potenti della città, insieme alla COOP di via dei Filosofi, alle villette di colle Risana e colle san Tommaso, all’eco-mostro di via della Posterna, ai pericoli ambientali della ITALMTCH, ecc.
Abbiamo denunciato questo scempio da sempre, ma ora “scopriamo” che dietro ci sarebbe anche un losco giro di affari. Sarebbero stati rinviati a giudizio, tra i politici, il Sindaco di Spoleto Brunini (DS), il consigliere regionale Cintioli (DS), il Presidente del Consiglio Comunale Castellana (Margherita), gli ex assessori Zengoni e Bellini, l’ex assessore DS Calabresi, ora consigliere comunale dei Comunisti Italiani.
A Poreta, secondo quanto ci era stato spacciato dai politici e dai giornali, doveva venire costruito un ippodromo, mentre in realtà l’opera era soltanto una scusa per scavare una buca profonda 30 metri ed estesa 30 ettari, distruggendo uno degli angoli verdi del nostro territorio ed ingrassando le tasche dei “soliti noti”. Scrive il Giornale dell’Umbria del 28 luglio: <<gli amministratori avrebbero favorito le tre imprese private coinvolte che, con il pretesto della costruzione del vasto ippodromo, avrebbero estratto oltre un milione e 600 mila metri cubi di breccia, ben oltre il limite di 800 mila metri cubi previsto nel piano dei lavori, per rivenderla in parte allo stesso Comune attraverso un prezzo concordato>>. Un guadagno di oltre 6 milioni di euro!!!!

Di fronte alla distruzione e alla svendita dei nostri territori l’alternativa è una lotta che rifiuti di scendere a patti con le istituzioni e che sia espressione sincera dei comitati popolari.

Gruppo difesa ambiente Spoleto


Coordinamento difesa ambiente Spoleto

Ultimo aggiornamento: Martedì, 21-ago-07