Home Chi siamo Lazio Comitato di quartiere "Pisana64"
Mutuo Soccorso su 

Dal primo numero del 2008 il settimanale Carta ospita una nuova rubrica dal titolo: Mutuosoccorso

Cartun Ribelliun

Un film di Adonella Marena

Estate 2006: una marcia di 800 Km da Venaus a Roma. Alla resistenza dei NOTAV si uniscono per strada tante altre resistenze e nasce il Patto di Mutuo Soccorso...

Comitato di quartiere "Pisana64" Stampa

email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
sito web: http://pisana64.splinder.com/

SOS PER MALAGROTTA

Ci rivolgiamo a tutte le persone e alle Associazioni che hanno a cuore la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente.
Se non diventiamo consapevoli dei processi che nella nostra città mettono a repentaglio il primo dei nostri diritti, la salute, non riusciremo mai a contrastarli e a modificarli, e tutto questo avrà conseguenze inimmaginabili, a breve, nella vita reale e concreta di tutti noi.La questione ambientale, nella nostra città, è coniugata intimamente con le vicende che si sono svolte e che si svolgeranno a Malagrotta.

Se non si diventa consapevoli di tutto questo, avrà davvero poca importanza, purtroppo, occuparsi di ogni altro problema. E’ per questo motivo che invitiamo tutti a riflettere che il nostro non è un problema locale, di una parte della città, ma la coinvolge tutta, nelle sue scelte più strategiche. Vorremmo condividere il più possibile tutta la controinformazione e il sapere che in questi ultimi anni abbiamo accumulato.

La questione rifiuti si collegherà sempre di più alla problematica dell’energia (grazie anche alle liberalizzazioni) e sarà il paradigma, attraverso il quale si potrà creare una nuova convivenza civile, rispettosa dei diritti di tutti; o sarà il nuovo far west, la madre di tutte le speculazioni, di tutti gli imbrogli, degli arricchimenti facili. Gli incentivi governativi conosciuti come Cip 6, danno una mano a tutto questo. Il comportamento scandaloso del Governo è emblematico, ha ceduto alle pressioni e ha cambiato di notte nella Finanziaria, senza che si gridasse allo scandalo, quello che aveva fatto di giorno, cioè la soppressione degli incentivi pubblici agli impianti non ancora funzionanti. Al danno, quindi, si aggiunge la beffa di dover contribuire con i soldi di tutti all’esercizio del gassificatore ancora in costruzione.
Assistiamo, non più tanto stupiti, al modo un po’ troppo disinvolto con cui una parte della sinistra si sia “innamorata” di tutte le possibilità della termodistruzione dei rifiuti, come panacea di tutti i problemi che questo tipo di sviluppo viene a creare, e soprattutto come una possibilità di investimenti redditizi (l’ACEA a Roma, vuole a tutti i costi costruirsi o comprarsi il suo impianto, così recupera guadagni, che non riesce ad ottenere altrove).

Nel resto dell’Europa si assiste al fenomeno contrario e anche in molte parti d’Italia sono state avviate delle esperienze così dette di “eccellenza”, che hanno affrontato il problema rifiuti nella sua interezza, agendo sulla diminuzione della produzione dei rifiuti, e sulla raccolta, scegliendo il modello a porta a porta, continuando con i trattamenti a freddo del residuo. Tutte queste esperienze hanno ottenuto risultati positivi e duraturi.
Non è un caso che questi problemi hanno faticato e faticano ad avere visibilità per l’intera città. Gli interessi che governano questo pezzo di città hanno creato una vera e propria cappa di piombo. Ci sono personaggi che si presentano come veri “filantropi” che hanno reso un servizio alla città, eliminando il problema rifiuti a un prezzo basso, a loro dire, glissando sull’aspetto guadagni, che tutto questo ha comportato per loro, e sui danni provocati alla salute dei cittadini e all’ambiente.
Fanno demagogia e confusione, creano comitati fantasma, che con dovizia di mezzi chiedono la riqualificazione dell’area, ma contemporaneamente, soffiando sul tasto della presunta emergenza, magnificano le loro soluzioni che, guarda caso, portano sempre alla combustione e presentano il gassificatore come un piccolo gioiello di tecnologia. Non potrà mai avvenire questa sorta di magia, il risanamento dell’area (se anche loro chiedono il risanamento, significa che ci sono stati dei danni) attraverso il funzionamento del Gassificatore.

La situazione attualmente è questa:
in un area ristretta di 10 - 15…kmq.  sono concentrati a stretto giro di gomito la Raffineria di Roma (società privata francese), la discarica più grande d’Europa (società privata), cave di inerti (società private), un inceneritore rifiuti ospedalieri (AMA), depositi di carburante e un bitumificio a cui tra poco si aggiungerà il gassificatore (della stessa società proprietaria e gestore della discarica).
La nocività di questo tipo di impianto è a conoscenza di tutto il mondo scientifico, le nanopolveri, (proprio perché più piccole delle micidiali P10, più pericolose perchè superano la barriera cellulare, creando gravi alterazioni alle cellule) prodotte da questi impianti si vanno ad aggiungere al problema delle diossine e degli altri inquinanti, creando una vera e propria emergenza sanitaria.
Ci sono studi dell’istituto oncologico IRCCS del Veneto, dove si evidenzia che la vicinanza a questi impianti comporta un aumento delle malattie tumorali. Ultimamente anche altri organismi riconoscono la fondatezza di queste preoccupazioni, documentate  dalle dichiarazioni dell’ordine dei medici di Modena e di altre città.
Perfino L’OMS riconosce, per esempio, che in Campania la presenza della diossina è responsabile dell’aumento delle malattia tumorali e dell’intensificarsi dei casi di malformazioni congenite.

Sono più di due anni che i cittadini stanno lottando contro la costruzione di questo impianto. Abbiamo dato vita alla Rete Regionale Rifiuti, abbiamo prodotto una vasta serie di documenti che facevano chiarezza, sia sugli aspetti tecnici che sanitari, mettendo a nudo quali interessi si muovevano dietro le apparenze.
Abbiamo partecipato ai lavori dei tavoli programmatici fatti dalla Regione, ma i nostri documenti sono stati quasi ignorati; le nostre proposte sono state accolte con arricciature di naso e sorrisi di sufficienza, ed il nostro contropiano sarà stato messo in fondo a qualche cassetto dei loro uffici.
Il gassificatore che stanno costruendo a Malagrotta e l’ampliamento della discarica per contenerne le scorie, in parte molto pericolose, hanno ottenuto le autorizzazioni, attraverso due ordinanze, da parte della giunta Storace,  due settimane prima delle ultime votazioni regionali, quando l’attività delle Istituzioni regionali doveva essere rivolta solo alle questioni di ordinaria amministrazione.
Abbiamo provato in tutti i modi a far revocare queste due ordinanze, senza nessun risultato. Gli interessi trasversali, il poco coraggio delle sinistre, hanno fatto in modo che non si giungesse a nessun risultato, mentre i lavori proseguivano a ritmo serrato.
Siamo stati testimoni di così tanti episodi di “bassa politica”, di arroganza e di ingiustizia, che riassumerli anche in parte è cosa non facile.
Come comitati della zona ci siamo collegati ad altre realtà che svolgevano lotte simili, abbiamo intrapreso seguendo l’esempio del Trentino, uno sciopero della fame a staffetta (a giugno sarà un anno) a cui si sono recentemente aggiunti Genova e la Campania.

La discarica di Malagrotta è stata da tanti anni al centro di molte lotte. Nel 1990, grazie alla mobilitazione popolare (la discarica fu bloccata e presidiata notte e giorno per due mesi), si era riusciti a sventare il “Progetto Polo Fumi”, che prevedeva il raddoppio della discarica, due inceneritori e la creazione di discariche speciali per i rifiuti tossici e nocivi.
Ora si è tornati  nuovamente alla carica, proponendo altri impianti nocivi, e da allora la situazione non è certo migliorata.
Nel 1984 la società di gestione ha ottenuto  la prima di una  lunga serie di  autorizzazioni  provvisorie all’esercizio.  Nel 1997  c’è stato  un procedimento penale da parte di una cittadina che ha reclamato in tribunale i suoi diritti contro le esalazioni maleodoranti e oltraggiose  della discarica.
Il gestore della stessa  ha però continuato a collezionare un’innumerevole serie di procedimenti, da parte sia della magistratura italiana che europea. Attualmente siamo arrivati al 4° procedimento contro l’amministratore della Colari per problemi inerenti alla gestione del percolato.
Grazie alla vigilanza dei cittadini e alle loro denunce, finalmente l’ARPA, (solo di recente purtroppo) anche se a bassa voce, dichiara che ad esempio tutti i parametri del Rio Galeria (che attraversa la zona e lambisce sia la discarica che la Raffineria) sono pessimi.

Non ci possiamo affidare esclusivamente alle buone intenzioni dei politici, troppo lenti e troppo sensibili agli equilibri di potere, per difendere i nostri diritti e il nostro futuro.
La mobilitazione e la vigilanza sono presupposti indispensabili, l’unione delle forze di tutti noi, sostenuta dall’affinamento delle nostre intelligenze, ci porterà a continuare la lotta con la consapevolezza che la posta in gioco è la nostra salute e quella delle generazioni future, contro il perpetuarsi dei privilegi e degli interessi di pochissimi.