Rom Stampa
Venerdì 08 Agosto 2008 00:00

Rom
CARTA settimanale 8 - 14 Agosto 2008    

Come si suol dire, non tutto il male vien per nuocere.
E’ stata sicuramente una brutta storia  quella che ha visto indicare sinti e rom come pressoché sola causa di tutti i guai degli italiani. Com’ era ovvio, o forse voluto, dopo tanto parlare in negativo, si sono risvegliati nella gente i peggiori istinti razzisti e abbiamo assistito a episodi di totale rifiuto quando non di aggressione. Però un esito positivo e fin qui impensato c’è stato.
Sinti e rom hanno compreso che non era più tempo di nascondersi, di cercare di non apparire. Hanno lasciato le vecchie strategie di sopravvivenza e sono usciti allo scoperto unendo una ventina di piccole associazioni locali in una “Federazione rom e sinti insieme” che intende contare politicamente. Finalmente un ottimo segnale che potrà cambiare il futuro. Fino ad ora avevano lasciato alle associazioni di non zingari come la Caritas, l’ ARCI, l’Opera Nomadi, la Comunità di S. Egidio il compito di difenderli e rappresentarli. Un fatto anomalo, che può anche aver condotto ad errori di rappresentazione posto che sinti e rom  erano visti attraverso il filtro degli altri.
La Federazione, che nasce dopo un incontro a Roma il 10 luglio scorso e la presenza a Cecina al meeting antirazzista, si propone obiettivi ambiziosi che vanno dal far conoscere la propria cultura agli interventi legislativi diretti a migliorare le condizioni di vita, le opportunità lavorative, la scolarizzazione, oltre alla difesa della lingua. Ma il dibattito rimane aperto capita così che ci siano divergenze di vedute fra chi da anni è impegnato sullo stesso fronte. E’ giusta la posizione espressa dalla Federazione che chiede un riconoscimento? Da un carteggio interno: “come appartenenti a una minoranza specifica dovrete fornire le vostre identità per qualche registrazione, dovrete comparire in qualche elenco ufficiale con l' etichetta rom o sinto. Siete sicuri di volere questo? Anziché percorrere la strada dell' uguaglianza per evitare di essere discriminati, percorrere quella della differenza nella speranza di trarne vantaggi.... accettare di essere bollati e quindi crearla la discriminazione, esattamente quel che è stato fatto dal nazismo, ma stavolta andandoci voi, di vostra volontà a mettere il capo nel cappio”