La grande battaglia di Medicina Democratica Stampa
Venerdì 24 Ottobre 2008 00:00

La grande battaglia di Medicina Democratica
CARTA settimanale 24 - 30 Ottobre 2008

“Ma vengono da Milano? Apposta per noi”. Questa era stata la prima domanda (primi anni Novanta) che le operaie della Sia di Grugliasco (una fabbrica nata nel 1908 come Società Italiana per l'Amianto), si erano poste un po’ stupite da tanto interesse. Medicina Democratica, con il suo supporto tecnico medico legale, aveva dichiarato la disponibilità ad interessarsi delle operaie della Sia. Fondata da Giulio Maccacaro nel 1968 e da un gruppo di una cinquantina di consigli di fabbrica, fra cui quello di Castellana, MD si è fatto conoscere come “Movimento di Lotta per la Salute”. Dal Petrolchimico di Marghera a Brindisi, è sempre stato al fianco dei lavoratori sostenendoli nei  processi nelle denunce. Dal 17 al 19 ottobre si è tenuto, non a caso a Brindisi, il 6° congresso nazionale. Molti i punti trattati nei due giorni, temi storici che costituiscono l’ossatura dell’associazione salute ambiente, energia e rifiuti. La sicurezza nei luoghi di lavoro, la lotta all’emarginazione, i rom. La difesa della legge 180. Il ruolo dei movimenti. Fra i diversi punti della convocazione per il congresso si legge: “Una grande battaglia deve essere fatta per il riconoscimento delle malattie professionali, particolarmente per i tumori professionali. Tumori che l’Inail riconosce in modo molto limitato. L’iniziativa proposta da Occam “per la ricerca dei tumori perduti” deve essere assunta da Md e discussa al congresso. Ancora di più deve essere discussa e deve essere presa una posizione formale a supporto della proposta formulata dal Procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, di istituire una Procura speciale unica a livello nazionale su infortuni e malattie professionali”. In questi giorni si è chiusa l’inchiesta coordinata da  Guariniello duecentomila pagine di documenti che mettono sotto accusa due big della lobby amianto, uno svizzero e un belga che in Piemonte in Emilia e Campania avevano gestito impianti, saranno processati per “disastro doloso”. Intanto l’amianto continua a far vittime, ennesima notizia da Casale Monferrato, muore un uomo di 66 anni, vicedirettore di banca che mai aveva messo piede all’Eternit, addirittura abitava in una frazione a due chilometri dal capoluogo.