Notizie dal Comitato NO TAV Torino - n.14 Il nuovo trucco non funziona Nella ultraventennale storia della resistenza al TAV Torino-Lyon alcuni momenti hanno segnato, nel bene e nel male, un salto di qualità.
E' stato così nell'autunno del 2005 al Seghino (vicino a Susa) e poco dopo a Venaus, poi nell'inverno 2009/2010 con la prima massiccia campagna di sondaggi; poi nel 2011 con lo sgombero violento del presidio alla Maddalena, l'apertura del cantiere per il tunnel geognostico e la conseguente militarizzazione permanente della valle. Poi ancora nel 2012 quando Luca Abbà è stato fatto precipitare folgorato dal traliccio. Nell'ultimo anno il salto di qualità si è visto soprattutto sul piano giudiziario con le centinaia di procedimenti penali, le limitazioni delle libertà individuali e i numerosi arresti: e in particolare con le incredibili contestazioni di reati di terrorismo ed eversione, all'inizio solo ipotizzati in dichiarazioni alla stampa dal procuratore capo di Torino e subito a seguire con i procedimenti penali avviati dalla procura. A questo sommario elenco si è aggiunto nei giorni scorsi un nuovo capitolo: la condanna al pagamento di 214.000€ quale risarcimento a LTF per presunti danni subiti in seguito al mancato utilizzo di alcuni metri quadri di terreno avuti in affitto per pochi giorni. I dettagli li avrete forse già letti sul nostro sito o da altre parti. A prima vista quest'ultimo episodio potrebbe apparire marginale anche se è facile immaginare quanto poco marginale possa esserlo per i tre condannati in primo grado: un sindaco (Loradana Bellone), un vicesindaco (Giorgio Vair) e quell'Alberto Perino che non ha cariche istituzionali ma non è certo l'ultimo arrivato nel movimento notav. Tra parentesi: la ventina di attivisti che a suo tempo si era autodenunciata per lo stesso reato sono stati del tutto ignorati dal giudice, segno che il vecchio detto "colpirne uno per educarne cento" è quanto mai attuale anche quando si tratta di contanti. A pensarci bene però il fatto è tutt'altro che marginale non solo per i nostri tre amici e segna anch'esso un salto di qualità di non poco conto: quale miglior deterrente per sconsigliare la partecipazione ad azioni di protesta il rischio di mandare in rovina la tua famiglia? Se le cifre sono importanti forse funziona più del rischio di passare qualche giorno in cella... Forse abbiamo la memoria corta ma non ci risultano casi analoghi: non ci risultano ad esempio condanne a risarcire i danni per il mancato guadagno di un'azienda nei confronti di lavoratori che effettuando uno sciopero hanno rallentato l'attività produttiva. Lungi da noi l'intenzione di suggerire strane idee a Marchionne ma non è detto che la protesta notav, che per molti altri aspetti rappresenta un laboratorio, non possa essere utilizzata anche per fare ricerca richiamando i cervelli in fuga all'estero: sperimentare nuovi modi per colpire chi rivendica diritti negati e osa alzare la testa. Il salto di qualità sembra insomma essere questo: se non basta negare ogni spazio di democrazia ad una valle che protesta anche per la difesa di beni comuni, se non basta criminalizzare un'intera collettività, se non basta evocare assurdi reati di eversione e terrorismo proviamo a colpirli (anche) sui soldi. La cosa tra l'altro pare prestarsi a innumerevoli applicazioni: è di pochi giorni fa il caso di cittadini che avevano presentato un ricorso al TAR sulle scelte della giunta comunale di Torino sulla privatizzazione di servizi pubblici e sono stati condannati a pagare 12000€ perché... il ricorso è stato ritenuto inamissibile non essendo i cittadini legittimati a presentarlo. Come dire: la prossima volta pensateci due volte! Perino, Bellone e Vair e tutto il movimento notav insieme a loro ci hanno pensato su ma invece di farsi intimorire si son detti che neanche questo trucco potrà funzionare. Per prima cosa si sono ricordati che tra coloro che condividono le ragioni notav la solidarietà è una cosa concreta e non un modo di dire: è concreta quanto la nostra lotta che non è solo testimonianza nè tantomeno semplice movimento di opinione. Da qui l'appello che ormai circola ampiamente in rete. Per chi avesse dimenticato le coordinate bancarie le riportiamo nuovamente più sotto... Insomma ci siamo detti tutti insieme alcune cose e siamo partiti subito, sia pure con qualche affanno. Per prima cosa ci siamo detti che Alberto, Giorgio e Loredana non potevano pagare per colpe (?!?) di cui siamo orgogliosi di essere tutti responsabili in egual misura. Fermo restando l'ovvio ricorso in appello ad una sentenza iniqua e inaspettata ma tenendo conto che i tre potrebbero essere chiamati nel frattempo a versare l'intera somma. Poi abbiamo detto che sbaglierebbe LTF & C (comprendendo nel gruppo giudici, procure, lobbisti, partiti e mafiosi coinvolti in diversa misura nel bussiness) a interpretare la richiesta di solidarietà come un gesto di accettazione "di fatto" della sentenza di condanna. Al contrario: questa provocazione ci darà nuova forza e potete contare sul fatto che il tempo di verificare che l'appello abbia fatto centro e ci faremo venire nuove idee per rilanciare la nostra/vostra lotta. Parlando all'inizio dei momenti che hanno segnato un salto di qualità nella storia della resistenza notav abbiamo aggiunto "nel bene e nel male": sì, perché ogni volta che abbiamo ricevuto una grossa batosta questa ci ha dato la forza per diventare più forti. C'è da scommettere che sarà così anche stavolta. Arrivederci a presto! I contributi vanno versati sul conto dedicato per le spese legali NO TAV: Conto BancoPostaIn attesa di definire anche altri strumenti per le donazioni (che saranno tempestivamente indicati sui siti notav) per chi avesse problemi a fare bonifici e volesse contribuire con piccole somme può utilizzare il conto PayPal che trova sul nostro sito. Ovviamente anche questi contributi confluiranno nel conto dedicato. |