Home Pattomutuosoccorso su CARTA La politica dell'acqua
Mutuo Soccorso su 

Dal primo numero del 2008 il settimanale Carta ospita una nuova rubrica dal titolo: Mutuosoccorso

Cartun Ribelliun

Un film di Adonella Marena

Estate 2006: una marcia di 800 Km da Venaus a Roma. Alla resistenza dei NOTAV si uniscono per strada tante altre resistenze e nasce il Patto di Mutuo Soccorso...

La politica dell'acqua Stampa
Venerdì 02 Maggio 2008 00:00

La politica dell'acqua
CARTA settimanale 2 - 8 Maggio 2008

L’acqua sarà uno dei temi fondamentali per la ripresa (e chi ha mai smesso?) della nostra politica, di quella che ci piace fare. Impegnarsi e stare bene nello stesso tempo. E dunque si torna dopo le elezioni ad occuparsi di cose serie concrete, come la raccolta di firme lanciata in Campania per evitare che l’acqua venga privatizzata.
L’Eni AcquaCampania, l’azienda che fornisce l’acqua alle province di Napoli e Caserta, sta per essere acquistata da una triade societaria controllata dagli azionisti di minoranza: Caltagirone, la multinazionale Veolia e l’onnipresente Impregilo. 
Alex Zanotelli è fra le persone che  hanno lanciato l’allarme e commenta: “Privatizzare l’acqua vuol dire che lentamente le multinazionali stanno mettendo le mani sulle acqua e poi ce le imbottiglieranno tutte e ce le venderanno.  Qui io mi ribello. Come uomo e come cristiano: l’acqua, come l’aria è un bene sacrosanto, è un diritto”.
E’ stata lanciata una raccolta firme per fermare l’operazione, il comitato promotore  denuncia:  “L’azienda idrica è controllata dall’ente pubblico Eni attraverso una partecipazione pari al 50,5 %. Quote che stanno per essere cedute. In base ad accordi parasociali, le aziende private, per diritto di prelazione, acquisterebbero le quote Eni, determinando la privatizzazione delle sorgenti e dei pozzi potabili e della depurazione. L’acqua è un bene pubblico essenziale e non può essere gestito da soggetti con finalità commerciali o lucrative. Rischia di essere condizionata la vita di milioni di persone, determinando l’aumento delle tariffe, senza garanzie sulla qualità dell’acqua distribuita. Il nostro obiettivo è chiedere al Consiglio regionale a trasformare in legge il ddl n° 75 che giace in consiglio dal 18/01/2006, dando vita alla società interamente pubblica Campaniacque per gestire, con ampie garanzie per le popolazioni, tutti i grandi impianti, le sorgenti e l’acquedotto campano. Per scongiurare il rischio della privatizzazione dell’acqua campana e di Napoli bisogna fare una scelta chiara a difesa di un essenziale bene pubblico. Non lasciamo che i cittadini vengano espropriati di una risorsa vitale”