"Fratelli di sangue", Racconti di Calabria CARTA settimanale 26 Settembre - 3 Ottobre 2008 Si era incatenata nella piazza a Locri, si chiamava Angela Casella, veniva dal Veneto, un atto estremo per ricordare il sequestro del figlio. Era sola, nessuno l’avvicinava. Quelli che l’hanno avvicinata in seguito hanno deciso di fare qualcosa per rompere quella indifferenza e hanno fondato una cooperativa. Così ricorda Patrizia Prestia, operatrice sociale, la cooperative si chiamerà Mistya, nome dell'antica Gioiosa, comune che ne ospiterà la sede. “Era da sola” ripete Patrizia, nessuno l’avvicinava, per giorni incatenata su quella piazza”. Negli anni viene fondato anche il gruppo la Gurfata, un termine greco in uso ancora nel dialetto locale significa il vento di libeccio. Affidarsi al vento, ad un elemento che sconvolge un po’ le cose, deve essere sembrato naturale dopo tanto immobilismo e isolamento. La Gurfata si occupa prevalentemente di ragazzi emarginati, tolti dalla strada, i loro spettacoli fantasiosi, colorati, sono richiesti per le feste di compleanno, inaugurazioni, accoglienza. Giullari e Clawns sanno creare atmosfere speciali. Locri oggi è una cittadina discreta, meno peggio di tante altre, le case sono rifinite, ci sono piazze, alberi. I tredicimila abitanti hanno luoghi dove incontrarsi e vivere la socialità. Vent’anni fa, esattamente il 18 gennaio del 1988 fu rapito Cesare Casella, uno dei rapimenti più lunghi della storia 743 giorni, i mandanti collegati con l’anonima sequestri calabrese, collegati con la mafia e con la ‘ndrangheta che riciclava i soldi dei riscatti per l’importazione e lo spaccio della droga. Storie ancora aperte come denuncia il giudice Nicola Gratteri sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, nel suo libro “Fratelli di sangue”. Patrizia è ben cosciente delle difficoltà non si è scelta un mestiere facile ma lo porta avanti con passione e professionalità. Certe storie nascono così per caso, e poi vanno avanti. La cooperativa si occupa di inserimento lavorativo per persone svantaggiate, con problemi psichici o con gravi handicap. Ragazzi usciti dal carcere, ragazzi tolti dalla strada. Ultima scommessa: l’accoglienza e l’inserimento di immigrati rifugiati richiedenti asilo in piccole comunità
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