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Dal primo numero del 2008 il settimanale Carta ospita una nuova rubrica dal titolo: Mutuosoccorso

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Un film di Adonella Marena

Estate 2006: una marcia di 800 Km da Venaus a Roma. Alla resistenza dei NOTAV si uniscono per strada tante altre resistenze e nasce il Patto di Mutuo Soccorso...

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Venerdì 17 Ottobre 2008 00:00

La AEM di Torino simbolo degli sprechi
CARTA settimanale 17 - 23 Ottobre 2008

Energia: notizie di questi giorni. Il matrimonio fra la società Iride, nata l’anno scorso con la fusione tra Aem Torino e Amga Genova, e l’emiliana Enia è andato in porto. Saltato per ora l’accordo con la bolognese Hera. Gli ultimi giorni sono stati convulsi. Avrà anche pesato la vicenda della centrale idroelettrica di Pont Ventoux, sicuramente non una perla da presentare sul piatto delle contrattazioni, e oggetto di serrata discussione in commissione bilancio del Comune di Torino lo scorso 1 ottobre. Più volte rimandata, l’inaugurazione della nuova centrale Pont Ventoux a Venaus, nel novembre del 2005 è stata decisamente annullata perché il territorio allora era “impraticabile” causa tensioni e massicce presenza notav. Non era salutare per nessun politico salire lassù, tagliare nastri e banchettare per l’opera. In realtà forse si era già capito che non c’era niente da inaugurare, niente di cui andare orgogliosi. Grande Opera, fatta in barba a tutti gli ambientalisti della valle di Susa (che hanno tentato in qualche modo di capirci qualcosa: Pro Natura, Legambiente, Comitato Habiat, con poche soddisfazioni); intanto una splendida valle laterale, la val Clarea, SIC dell’Unesco, veniva completamente sventrata. Riconosciuto grave impatto ambientale: ogni giorno almeno 220 litri d’acqua/secondo vengono dispersi, cancellando sorgenti millenarie e torrenti (il Mugello non è così lontano…), fuoruscendo radon a gogò. All’inizio dei lavori 1996 la Aem di Torino aveva stimato 181 milioni di euro come spesa, oggi lievitata a 353 milioni. Era stata presentata come la più grande opera idroelettrica italiana, una delle più importanti d’Europa. Il sito di Aem nel 2005 dichiarava i lavori in fase di ultimazione con 158 MW di potenza installata e una capacità produttiva di oltre 400 milioni di Gigawatt annui. In questi giorni la centrale viene presentata sui giornali come il simbolo degli sprechi:  non ha ancora superato le prove di collaudo per evidenti problemi, ha funzionato a singhiozzo con molte interruzioni e guasti e ha prodotto solo un terzo circa della potenza progettata. Una brutta carta di presentazione per i manager interessati alle fusioni di questi giorni.