Il nuovo guru allevato dalla Gola |
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Giovedì 30 Ottobre 2008 00:00 |
Il nuovo guru allevato dalla Gola CARTA settimanale 30 Ottobre - 6 Novembre 2008 Che si chiamasse Gola, la levatrice che ha fatto venire al mondo Carlo Petrini detto Carlin, il futuro presidente di Slow Food è tutto un programma. Da un po’ di tempo l’ideatore del Salone del Gusto, Terra Madre, e via di seguito, è considerato un profeta, ma anche, direbbe qualcuno, un uomo di potere. Solo così si spiega il grande spiegamento all’inaugurazione di Terra Madre da parte del bel mondo politico-culturale. Dal sindaco di Roma a quello di Bologna. Da Massimo D’Alema alla coppia Celentano Mori. Da Fassino a Dario Fo, Franca Rame, Olmi, Claudio Burlando, Vendola, ministri ecc ecc. Tutti rigorosamente seduti in platea ad ascoltare un Carlo Petrini che ha spazzolato, senza peli sulla lingua, la politica, chiamando le cose con il suo nome, chiamando criminale un’economia drogata. Un Pala Isonzaki gremito da oltre settemila persone, centocinquantatre Paesi, comunità contadine, il futuro dal quale ripartire. Tutto torna e tutto si tiene: dai mamutones della Barbagia fra salti e campanacci legati sulla schiena, alle parole forti di Vandana Shiva, al volto del ragazzo quindicenne apparsi sul maxischermo che ha provocato un’ovazione solo a vederlo. Non aveva ancora parlato, ma trasmetteva aria nuova, aria pulita. Si chiama Sam Levin studente di una scuola superiore del Massachusetts con un progetto di orto portato avanti con altri studenti. “Saremo la generazione che riconcilierà il genere umano con la Terra”. Conclude Sam. Carlo Petrini prosegue con gli affondi: “La politica mondiale non è riuscita a trovare 30 miliardi di dollari chiesti dalla Fao per dimezzare il numero dei malnutriti, ma in due settimane è riuscita a trovare 2 mila miliardi di dollari per salvare le banche”. Consacrato alla storia perfino dal The Guardian che segnala Petrini come una delle cinquanta persone che possono cambiare il mondo. Parla di riduzione dei consumi di sobrietà, filiera corta, cortissima, differenziare i consumi in base alla territorialità alla stagionalità. Far viaggiare meno le merci perché spostarle costa e inquina. In altre parole mangiare locale. Le prime file di quell’universo mondo, sono occupate da un imbarazzante bipartisan politico, ascoltano ed applaudono come non fossero niente chiamati in causa. Come se Carlin Petrini e i temi da lui sostenuti fossero tutto sommato innocui e governabili. Si sbagliano.
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