Venerdì 20 febbraio si è tenuto a Longarone l’incontro pubblico organizzato da PERALTRESTRADE Dolomiti sul tema “A NORD DI BELLUNO, QUALE VIABILITA?”, che ha visto il confronto tra il Sindaco di Longarone Pierluigi De Cesero e l’Assessore Provinciale ai Trasporti Quinto Piol, in presenza di un numeroso pubblico.
Gli interventi sono stati preceduti dalla proiezione di un filmato girato in occasione della visita alla nuova Ferrovia della Val Venosta (BZ), organizzata da PAS Dolomiti nell’ottobre scorso, nel quale il progettista Helmuth Moroder ha raccontato come in soli quattro anni e con un investimento non eccessivo sia stato possibile ristrutturare e rimettere in funzione un’ infrastruttura obsoleta e abbandonata, con un incredibile risultato di gradimento e di frequentazione, tanto da parte dei valligiani che dei turisti. Una realtà impensabile per chi vive ogni giorno sulla propria pelle le carenze e le disfunzioni della ferrovia a sud delle Alpi, ma anche un esempio concreto di come una mobilità integrativa e alternativa alla gomma sia possibile, a condizione che sia sostenuta da una precisa volontà e da una lungimirante visione del futuro (per dettagli e filmato vedi www.peraltrestrade.it). Sono seguiti gli interventi del Sindaco di Longarone e dell’Assessore Piol sul tema caldo del superamento viario del nodo di Longarone-Castellavazzo, uno dei punti più neri della viabilità provinciale. Le opzioni attualmente in discussione sono due: - una circonvallazione in galleria a nord dei due abitati, poco impattante, ad un costo stimato di 164 milioni di euro, coperti solo per un terzo dallo stanziamento previsto dal piano ANAS 2007-2011 (stanziamento che rischia di saltare se non utilizzato); - il prolungamento dell’A27 da Pian di Vedoia a Macchietto, sostenuto da una proposta di “project financing” avanzata nel luglio 2008 da tre grosse imprese private, della quale poco o nulla è dato sapere, in quanto segretata dalla Regione Veneto agli stessi consiglieri regionali chiamati a pronunciarsi sulla medesima. Il sindaco De Cesero, dal quale a suo tempo era partita la spinta al proseguimento autostradale, ha riaffermato la necessità di liberare Longarone dal traffico di attraversamento, e si è dichiarato aperto indifferentemente all’una o all’altra soluzione, purché sia una soluzione. A sua valutazione, una circonvallazione parzialmente in galleria a nord di Longarone e Castellavazzo sarebbe risolutiva solo se prolungata fino a collegarsi al casello di Pian di Vedoia, con ulteriore lievitazione dei costi. Quanto al tracciato dell’opzione autostradale, ha dichiarato di non averne preso visione, e di considerare solo “un tratto di penna sulla carta” quello previsto dallo studio di fattibilità ANAS, interamente in golena. La posizione ribadita dall’Assessore Piol è stata è che “il territorio”, attraverso una delibera unitaria di Sindaci e Comunità Montane della parte alta della provincia, si è espresso a favore di un eventuale proseguimento autostradale fino a Rivalgo, e che se davvero ci sono dei privati disposti a farsene carico, in quel caso anche la Provincia darà il suo accordo. Per completezza di informazione, l’assessore avrebbe potuto ricordare che gli enti locali erano stati pressati dalla Provincia stessa ad esprimere in tempi corti una posizione comune, mediando tra posizioni anche molto distanti, e che in ogni caso l’eventuale scelta autostradale era condizionata al pedaggio libero e al contemporaneo adeguamento della viabilità collegata (Zoldo, Valcellina etc.) Il dibattito di Longarone non ha risposto in modo concreto a una domanda posta insistentemente: nell’eventualità di una scelta autostradale, quali vie di comunicazione complementari avrebbero a disposizione i veicoli una volta arrivati alle porte di Pieve di Cadore? Il sindaco de Cesero non si è spinto con le proprie considerazioni oltre l’ambito comunale; l’assessore Piol ha invece elencato tutta una serie di adeguamenti viari da realizzare in un ipotetico futuro, assicurando al tempo stesso che un’eventuale prolungamento dell’autostrada oltre Rivalgo sarà preceduto da un serio studio di impatto ambientale, sociale ed economico. Ambedue hanno finto di non sapere che un qualsiasi privato che investa 2.500 miliardi di vecchie lire in un tronco autostradale di 21 km, il cui unico scopo è di quello di bypassare Longarone, si aspetta quantomeno due cose: la prima è che una volta ultimato il primo tratto funzionale si riaprano immediatamente i cantieri in direzione della Carnia, o preferibilmente di Monaco; la seconda è che l’Amministrazione Pubblica provveda a piene mani a riempire i buchi di bilancio che inevitabilmente si verranno a formare, eventualità d’altra parte prevista dai meccanismi perversi del “project financing”. Un’altra domanda rimasta senza risposta è quella di fondo posta dal comitato PAS a nome di tanti cittadini: quali i vantaggi di una scelta autostradale, a quale valutazione strategica fanno riferimento, a quale progetto politico per la montagna, a quale arco temporale, a quale futuro? E’ su questi temi che l’operato della Politica verrà valutato. A conclusione, possiamo affermare che dal dibattito di Longarone non sono emerse novità di rilievo, ma che il confronto ha contribuito a mettere meglio a fuoco i termini della questione, e a sensibilizzare la popolazione su un tema - quello della mobilità – che condizionerà il futuro di questa regione dolomitica e di intere comunità, e sul quale potrebbe rivelarsi rischioso dare delle deleghe in bianco. PER ALTRE STRADE www.peraltrestrade.it |