ACQUA PUBBLICA, RIPRENDIAMOCI IL FUTURO! (Documento finale del Secondo Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua) Aprilia, 22-23 novembre 2008
Sono stati due anni e mezzo importanti quelli che il movimento per l’acqua ha trascorso dal primo Forum del marzo 2006 ad oggi. Abbiamomesso in comune le nostre esperienze di mobilitazione nei territori per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e contro la sua privatizzazione. Abbiamocollettivamente scritto una legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua e la sua gestione pubblica e partecipativa. Abbiamo costruito una campagna di raccolta firme che per sei mesi ha visto iniziative in ogni angolo del paese e ci ha permesso di raccogliere oltre 400.000 firme. Abbiamo realizzato la prima manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni, con 40.000 persone che hanno sfilato per le strade della capitale. Abbiamo intensificato, diffuso, approfondito le vertenze territoriali contribuendo a costruire il nuovo alfabeto dei beni comuni e della partecipazione dal basso. Abbiamo costruito un movimento unito e articolato, radicale nella volontà di cambiamento e inclusivo delle differenze e delle culture d’appartenenza, partecipato e democratico. Abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza per costruire la Rete Europea per l’acqua pubblica, che ha visto il suo atto di nascita nel recente Forum Sociale Europeo di Malmoe. Nel frattempo molte cose sono cambiate, dando ancora più forza alle nostre ragioni. Il mondo è oggi attraversato dalla più importante crisi economica e finanziaria che la storia ricordi, mentre si è approfondita la crisi alimentare globale e si è definitivamente appalesata la crisi ecologica e resi evidenti i primi effetti permanenti dei cambiamenti climatici planetari. Un modello di ordine mondiale, fondato sul pensiero unico del mercato, sull’accaparramento predatorio delle risorse naturali, sulla mercificazione dei beni comuni e la loro consegna ai grandi capitali finanziari, sullo svuotamento della democrazia e della partecipazione popolare sta dimostrando il proprio completo fallimento. Il “crack” globale dell’economia finanziaria rappresenta l’esito di trenta anni di politiche liberiste, basate sull’assioma “privato è bello”, sulla deregolamentazione del lavoro, sulla privatizzazione dei servizi pubblici, sulla espropriazione dei diritti sociali. Siamo di fronte al palese fallimento delle privatizzazioni e della loro vantata efficacia, efficienza ed economicità : dopo averle promosse per decenni agitando lo spauracchio del debito pubblico, oggi il mondo è travolto da un gigantesco debito privato. Oggi sono i grandi poteri bancari e finanziari ad invocare l’intervento pubblico e il sostegno statale. Oggi sono i più sfrontati liberisti a dichiarare il fallimento del mercato. Lo scopo è chiaro : ottenere un nuovo travaso di risorse dalle collettività ai poteri forti per rilanciare i flussi finanziari mondiali e riprendere le politiche di’espropriazione delle risorse, la svendita del patrimonio pubblico, la prosecuzione delle privatizzazioni. Così si chiedono sostegni pubblici alle banche, lasciandole agire in continuità con le scelte compiute sinora e senza prevedere alcun controllo pubblico, mentre si evita di incrementare l'intervento e la spesa pubblica per redistribuire il reddito a favore del lavoro e dei ceti più deboli e per sostenere l'economia reale. Nello stesso tempo, in controtendenza con il resto del mondo e con i processi di ripensamento in atto in altri paesi europei come la Francia, si approvano normative - come l'art. 23 bis della legge 133/08 - che perseguono la definitiva messa sul mercato dell’acqua e dei servizi pubblici locali, considerati servizi a carattere economico e beni di mercato, la cui gestione viene espropriata agli enti locali e al controllo democratico, cercando di determinare un arretramento del movimento per l’acqua e di mettere la parola fine alla battaglia per la sua ripubblicizzazione. Così si approvano normative per il drastico taglio dei fondi per l’istruzione di ogni ordine e grado, si inasprisce la precarietà e si vuole cancellare un punto di vista autonomo del lavoro, riducendo drasticamente il ruolo unificante del contratto di lavoro e trasformando il sindacato in uno strumento di pura erogazione di servizi. “Noi la vostra crisi non la paghiamo” dichiara uno straordinario movimento per la scuola pubblica, una ”Onda anomala” di studenti, universitari, maestre, genitori, insegnanti, precari, che ha aperto una nuova fase della mobilitazione sociale, con al centro la lotta contro la privatizzazione del sapere e la riappropriazione di uno spazio pubblico, come luogo dei beni comuni, dei diritti sociali e della democrazia. “Noi la vostra crisi non la paghiamo” risponde un mondo del lavoro che rifiuta la socializzazione degli oneri della crisi finanziaria e chiede un nuovo intervento pubblico a sostegno delle fasce deboli della popolazione e per la definizione di un nuovo modello di produzione basato sugli interessi collettivi e la compatibilità ambientale e sociale. “Noi la vostra crisi non la paghiamo” rilanciano i movimenti per i beni comuni e le loro lotte territorialmente diffuse, ponendo al centro della propria iniziativa la riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni, la loro cura e conservazione per le generazioni future, la loro gestione partecipata dai cittadini, dai lavoratori e dalle comunità locali, come motore di una ricostruzione dei legami sociali, di una riaffermazione dei diritti collettivi, della riproduzione di un’appartenenza sociale aperta e condivisa. In una parola, di una nuova democrazia e di un nuovo assetto sociale ed economico globale, un altro mondo possibile. Lo sciopero generale del 12 dicembre, in questo quadro, diventa un punto di unificazione sociale fondamentale e può costituire un momento a partire dal quale porre il tema di un diverso modello produttivo e sociale, alternativo a quello avanzato dal pensiero unico neoliberista. Per questo saremo presenti, con la nostra specificità, a tale appuntamento. In questo contesto, il movimento per l’acqua è chiamato ad un ancora più forte rilancio della propria iniziativa, per mettere in campo una mobilitazione ampia, diffusa e determinata contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali, per l’abrogazione dell’art. 23-bis della Legge n. 133/08, per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la difesa e la riappropriazione sociale dei beni comuni. Abbiamo voluto realizzare questo secondo Forum italiano dei movimenti per l’acqua ad Aprilia, la cui mobilitazione popolare è stata in tutti questi anni uno dei cuori del nostro movimento, per la diffusione capillare e la capacità di aggregazione e di autorganizzazione dal basso intorno alla vertenza per l’acqua pubblica. Vogliamo qui ribadire la nostra totale solidarietà al comitato di Aprilia e il nostro reciproco impegno affinché sia proprio da questo territorio martoriato che parta la necessaria inversione di rotta e fiorisca una delle prime esperienze di ripubblicizzazione dell’acqua. Con Aprilia salutiamo le molteplici resistenze e vertenze aperte nel paese. Siamo idealmente e concretamente al fianco di ognuna di esse, consapevoli che ogni passo avanti conquistato in ciascun territorio renderà più forte la nostra battaglia comune. Ai comitati di Nola e dei comuni limitrofi auguriamo il successo nel referendum del prossimo dicembre, ottenuto con costanti e importanti mobilitazioni popolari. E salutiamo con grande calore e solidarietà le lotte e le conquiste ottenute dai movimenti sociali a livello internazionale : dall’America Latina,dove paesi come l’ Uruguay, la Bolivia, il Venezuela e l’Ecuador, hanno cacciato le grandi multinazionali e inserito nelle proprie Costituzioni l’acqua come diritto umano universale e la gestione partecipativa e comunitaria del servizio idrico,fino alla città di Parigi, che proprio in questi giorni approva la ripubblicizzazione dell’acqua e la sua gestione partecipativa, liquidando mezzo secolo di gestione in mano a Suez e Veolia, le due più grandi multinazionali dell’acqua, sconfitte nel cuore del loro impero. Salutiamo la nascita del Coordinamento nazionale degli enti locali per la ripubblicizzazione dell’acqua, come un altro importante passo per la ricostruzione di una diversa democrazia locale, basata sulla riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni. Agli amministratori locali che ne fanno parte chiediamo un forte impegno per la diffusione e l’estensione della partecipazione a più enti locali possibili, ma anche il coraggio di osare il cambiamento nei propri territori, favorendo la partecipazione dal basso e costruendo le condizioni, qui ed ora, per la ripubblicizzazione dell’acqua. Riaffermiamo come elemento centrale per la lotta del movimento per l’acqua il coinvolgimento diretto dei lavoratori del servizio idrico, la cui partecipazione ci impegnamo a costruire in ogni luogo di lavoro. Senza tale collaborazione, nessuna nuova gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato sarà possibile. Un Forum da cui usciamo con la conferma di alcuni elementi e impegni strategici : a) la centralità delle vertenze territoriali, che ci impegnamo a diffondere ed estendere in tutto il paese, attraverso la costruzione di una vertenzialità diffusa, fatta di sensibilizzazione capillare nei confronti dei cittadini, della società civile, del mondo della scuola e del lavoro, per interrompere dovunque gli ingranaggi della privatizzazione e aprire in tutti i luoghi possibili la strada della ripubblicizzazione. In questa direzione ci impegnamo a costruire campagne e vertenze a partire dai seguenti punti : 1) verifica puntuale dei contratti di affidamento in corso e, laddove ne sussistano le condizioni, richiesta di risoluzione degli stessi per nullità, colpa e violazione; 2) vertenza generalizzata contro il sistema tariffario, dal contrasto ai continui aumenti delle tariffe alla rimessa in discussione della quota fissa, dalla restituzione degli importi devoluti in seguito all’illegittima retroattività degli aumenti alla sperimentazione di forme di autoriduzione tariffaria per il 7%, previsto come remunerazione del capitale investito; 3) vertenza sugli impianti di fognatura e depurazione, unendo una campagna per l’effettuazione degli interventi infrastrutturali necessari a quella per la restituzione ai cittadini, nei territori sprovvisti, delle somme indebitamente riscosse in tutti questi anni e dichiarate illegittime dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 10/10/2008; 4) lotta agli vertenza sulla sprechi e alla corruzione. 5) vertenza sulle acque minerali, proseguendo la forte pressione sugli enti locali per il blocco delle concessioni e dei rinnovi e contro la privatizzazione delle concessioni pubbliche, anche al fine della conservazione della risorsa. b) il rilancio di una forte vertenza nazionale, dalla richiesta di abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/08, in merito al quale valuteremo anche la costruzione di un percorso per riconoscerne l’incostituzionalità, alla moltiplicazione, anche in questo contesto legislativo, degli enti locali che deliberino nei propri statuti la dichiarazione del servizio idrico integrato come “servizio privo di rilevanza economica” e che procedano all'affidamento diretto ad Enti di diritto pubblico (enti strumentali degli enti locali), a iniziative di mobilitazione che conquistino alla battaglia per l’acqua pubblica una nuova centralità dentro l’agenda politica nazionale, aprendo la strada alla legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua. In questo contesto, e nel peggiorato quadro politico e normativo, sarà importante sostenere anche e tutte le forme di resistenza messe in campo dai comitati, dai cittadini e dagli enti locali agli ulteriori e definitivi tentativi di privatizzazione che, a partire dall’approvazione dell’art. 23 bis Legge n. 133/08 e dalla scadenza, il prossimo primo dicembre, della moratoria sugli affidamenti, verranno tentati in tutto il paese, attraverso l’avvio delle gare per l’affidamento del servizio idrico o la già da più parti annunciata svendita di ulteriori quote di proprietà pubblica. Come parte integrante della vertenza nazionale, riteniamo inoltre fondamentale pervenire a provvedimenti legislativi che blocchino lo sfruttamento commerciale delle acque. Sulle modalità e le strategie di rilancio della vertenza nazionale demandiamo alla prossima riunione del coordinamento nazionale –luogo aperto alla partecipazione di tutte/i- il compito di formulare proposte concrete da sottoporre alla consultazione di tutto il movimento per l’acqua. Nell’incrocio tra rilancio delle vertenze territoriali e di quella nazionale, particolare attenzione va dedicata al tema delle multiutilities e dei loro processi di aggregazione, che si configurano sempre più come la più compiuta mercificazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei beni comuni, l’espropriazione dei territori e lo svuotamento della partecipazione democratica. Su questo terreno, oltre alla messa in campo di più precisi elementi di conoscenza ed osservazione del fenomeno, dando gambe alla costruzione di un vero e proprio “Osservatorio sulle multiutilities”, occorre iniziare a praticare, attraverso la connessione delle varie realtà territoriali interessate, vere e proprie vertenze che si diano l’obiettivo di mettere in discussione i cardini su cui poggiano le scelte di finanziarizzazione e deterritorializzazione che vedono protagoniste le multiutilities,a partire da quella relativa alla fusione tra Iride e Enia. Ma da questo Forum usciamo anche con alcune importanti innovazioni di strategia, dettate come sempre dalle esperienze concrete, sperimentate nelle mobilitazioni territoriali e nella vertenza nazionale: c) l’allargamento del nostro raggio d’azione, attraverso la costruzione, attorno alla lotta contro la privatizzazione dell’acqua, di una piattaforma generale di mobilitazione sull’intero ciclo dell’acqua : dalla lotta per il diritto ad un’acqua di qualità e contro gli inquinamenti e le nocività, a quella per la conservazione della risorsa e contro gli usi dissennati della stessa in campo agricolo, industriale, energetico e urbanistico. d) l’impegno europeo ed internazionale, per rafforzare le mobilitazioni che in tutti i paesi del mondo si stanno diffondendo per la riappropriazione sociale dell’acqua, contro le multinazionali e le grandi istituzioni finanziarie dell’economia liberista; in questa direzione, oltre a riaffermare il nostro impegno nella Rete Europea per l’acqua pubblica, saremo direttamente presenti al Forum Sociale Mondiale di Belem nel gennaio 2009 e parteciperemo alla costruzione del Forum alternativo che, nel marzo 2009, a Istanbul vedrà tutti i movimenti internazionali per l’acqua contestare il forum mondiale dell’acqua, gestito dalle multinazionali e dai governi. e) l’apertura e il confronto con altre esperienze di movimento e di mobilitazione in difesa dei beni comuni, a partire dai beni comuni naturali, dall’energia ai rifiuti, la cui connessione con la nostra esperienza si è resa concretamente evidente e consentirà, nella specificità di ogni percorso, la costruzione di nuove sinergie e di comuni percorsi di mobilitazione, al fine di contrastare la mercificazione dell’acqua e delle risorse naturali e di costruire sui territori una nuova e condivisa narrazione attorno ai beni comuni e alla democrazia partecipativa. Nel medesimo tempo, e a proposito di beni comuni, riteniamo che la mutata fase sociale, dovuta al crollo del liberismo fondato sulla finanziarizzazione dell’economia e della società e alla grande reattività sociale apertasi contro le privatizzazioni e per la costruzione di un nuovo spazio pubblico, apra le porte a nuove connessioni in difesa dei beni comuni sociali, dalla casa alla sanità, dai trasporti alla scuola, dall’istruzione alla conoscenza. In questo senso, salutiamo tutte le mobilitazioni in corso nel paese per la difesa della scuola pubblica, per il diritto all’istruzione, alla formazione e alla conoscenza, e contro la mercificazione dei saperi. Esprimiamo loro la più completa solidarietà, mentre ci impegnamo a produrre fra le nostre reciproche esperienze le più ampie sinergie e connessioni possibili, a partire da una comune mobilitazione contro la Legge n. 133/08. La loro lotta è la nostra, la nostra lotta è la loro. In questi giorni ad Aprilia ci siamo di nuovo incontrati, abbiamo confrontato le nostre esperienze, abbiamo socializzato i saperi e le pratiche. Torniamo nei territori con nuova fiducia e altrettanta determinazione. Il futuro ci appartiene. Insieme sapremo riprendercelo. FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA |