Un
quadro di regole comuni
L’insieme dei documenti ricostruisce la storia delle TEN-T, che
ha radici già nel trattato di Maastricht ed inizia di fatto nel
1994 individuando ad Essen 14 opere essenziali (scelte in risposta ad
una richiesta proveniente dalla Tavola Rotonda Europea degli Industriali;
compare già l’Alta Velocità Torino-Lyon), prosegue
nel 2001 col Libro Bianco sulla politica dei trasporti della Commissione
Europea, passa l’esame del Gruppo Van Miert nel 2003
sfociando nella lista di 30 opere prioritarie (per le quali si propone
il 20% di finanziamento dalla UE), tenta una fuga in avanti con la famosa Quick Start List (finanziamento al 30% ?) per poi ritrovarsi
a dover fare i conti, nella nuova dimensione a 25 Stati, con le esigenze
di collegamento oggettivamente più motivate che affliggono i
nuovi Paesi membri
Dietro la cronologia dei documenti si intravedono, costantemente, le
manovre lobbystiche dei vari Governi nazionali che, in barba a criteri
comunitari formalmente condivisi, nella sostanza sponsorizzano ciascuno
le infrastrutture ambite dai propri imprenditori. E’ un terreno
su cui l’Italia vanta spesso “momenti di eccellenza”,
nei quali anche le differenze di orientamento politico fra maggioranze
ed opposizioni si fanno assai sfumate e lasciano il posto ad “inciuci”
trasversali, volti solo ad ottenere spudoratamente per le infrastrutture
del nostro Paese il massimo di finanziamenti pubblici europei.
Con la stessa sfacciataggine il lobbysmo nostrano, specie coi governi
che si succedono dopo il ’94, mostra apertamente di patire i “lacci
e lacciuoli” dell’Europa ed allora, in palese contrasto
con i principi di Bruxelles, si preparano ed approvano provvedimenti
legislativi (Legge-Obiettivo) per rendere più sbrigativa in Italia
la costruzione di infrastrutture; iniziano naturalmente a verificarsi
casi di conflitto tra le nostre prassi nazionali e la normativa comunitaria,
che portano talora all’apertura presso la UE di procedure di infrazione
con relative sanzioni per l’Italia: si riporta qui anche una serie
di documenti relativi a questi atti.
Rapporto
cittadini – istituzioni UE
I cittadini che si sono organizzati in Associazioni e Comitati per difendere
il proprio territorio dalla devastazione di infrastrutture eccezionalmente
impattanti cercano di praticare anche gli spazi di partecipazione democratica
esistenti a livello di istituzioni europee, che sono sede di importanti
decisioni strategiche e finanziarie inerenti le reti di trasporto. In
un’epoca in cui la politica è ogni giorno più distante
dai cittadini e l’accentramento decisionale in poche mani è
sempre più spesso la regola è difficile accedere a strumenti
capaci di dare efficacemente voce alle ragioni delle comunità
locali, e risulterebbe probabilmente impossibile senza la consulenza
e l’appoggio all’interno delle istituzioni da parte di figure
sensibili alla domanda di partecipazione dal basso. |