Il ruolo dell'Europa nelle infrastrutture

In questa sezione sono raccolti documenti inerenti le funzioni di programmazione, coordinamento e normativa che l’Unione Europea tenta di assumere nei confronti dei Paesi membri (offrendo finanziamenti come contropartita) in ordine allo sviluppo di reti transeuropee di trasporto (TEN-T TransEuropean Network-Transport).
In particolare vengono riportati atti, delibere e notizie che riguardano le infrastrutture italiane che in questo quadro europeo sono in costruzione o in fase di progetto, ponendo principalmente attenzione all’Alta Velocità ferroviaria: si segue l’evoluzione dei rapporti istituzionali tra UE e Governo italiano a questo proposito e parallelamente si tiene traccia delle vicende che testimoniano i tentativi dei cittadini di utilizzare anche gli spazi di agibilità democratica in ambito europeo per difendere il proprio territorio.

NB: dal 2011 queste tematiche sono trattate prevalentemente sul sito del Presidio Europa No Tav

Un quadro di regole comuni
L’insieme dei documenti ricostruisce la storia delle TEN-T, che ha radici già nel trattato di Maastricht ed inizia di fatto nel 1994 individuando ad Essen 14 opere essenziali (scelte in risposta ad una richiesta proveniente dalla Tavola Rotonda Europea degli Industriali; compare già l’Alta Velocità Torino-Lyon), prosegue nel 2001 col Libro Bianco sulla politica dei trasporti della Commissione Europea, passa l’esame del Gruppo Van Miert nel 2003 sfociando nella lista di 30 opere prioritarie (per le quali si propone il 20% di finanziamento dalla UE), tenta una fuga in avanti con la famosa Quick Start List (finanziamento al 30% ?) per poi ritrovarsi a dover fare i conti, nella nuova dimensione a 25 Stati, con le esigenze di collegamento oggettivamente più motivate che affliggono i nuovi Paesi membri
Dietro la cronologia dei documenti si intravedono, costantemente, le manovre lobbystiche dei vari Governi nazionali che, in barba a criteri comunitari formalmente condivisi, nella sostanza sponsorizzano ciascuno le infrastrutture ambite dai propri imprenditori. E’ un terreno su cui l’Italia vanta spesso “momenti di eccellenza”, nei quali anche le differenze di orientamento politico fra maggioranze ed opposizioni si fanno assai sfumate e lasciano il posto ad “inciuci” trasversali, volti solo ad ottenere spudoratamente per le infrastrutture del nostro Paese il massimo di finanziamenti pubblici europei.
Con la stessa sfacciataggine il lobbysmo nostrano, specie coi governi che si succedono dopo il ’94, mostra apertamente di patire i “lacci e lacciuoli” dell’Europa ed allora, in palese contrasto con i principi di Bruxelles, si preparano ed approvano provvedimenti legislativi (Legge-Obiettivo) per rendere più sbrigativa in Italia la costruzione di infrastrutture; iniziano naturalmente a verificarsi casi di conflitto tra le nostre prassi nazionali e la normativa comunitaria, che portano talora all’apertura presso la UE di procedure di infrazione con relative sanzioni per l’Italia: si riporta qui anche una serie di documenti relativi a questi atti.

Rapporto cittadini – istituzioni UE
I cittadini che si sono organizzati in Associazioni e Comitati per difendere il proprio territorio dalla devastazione di infrastrutture eccezionalmente impattanti cercano di praticare anche gli spazi di partecipazione democratica esistenti a livello di istituzioni europee, che sono sede di importanti decisioni strategiche e finanziarie inerenti le reti di trasporto. In un’epoca in cui la politica è ogni giorno più distante dai cittadini e l’accentramento decisionale in poche mani è sempre più spesso la regola è difficile accedere a strumenti capaci di dare efficacemente voce alle ragioni delle comunità locali, e risulterebbe probabilmente impossibile senza la consulenza e l’appoggio all’interno delle istituzioni da parte di figure sensibili alla domanda di partecipazione dal basso.


Altri documenti in: il finanziamento UE al TAV Torino-Lione