L 'IMPATTO AMBIENTALE SAREBBE NEGATIVO A VASTO RAGGIO; ADDIRITTURA DEVASTANTE IN VAL DI SUSA

Le preoccupazioni per le varie tipologie di impatto sono forti anche perché nei vari progetti finora presentati le relative analisi del rischio sono sempre carenti, lacunose, a volte non sottoposte alle normative attualmente e localmente vigenti. Ciò genera sempre corpose osservazioni di merito sia da parte delle maggiori Associazioni ambientaliste nazionali (WWF, Pro Natura, Legambiente, Italia Nostra), sia della Comunità Montana e dei Comuni attraversati dai tracciati.


L'IMPATTO AMBIENTALE A VASTO RAGGIO

Un altro degli slogan dei promotori del TAV è che una nuova infrastruttura ferroviaria rappresenterebbe comunque un vantaggio per l'ambiente, in termini di minori emissioni di inquinanti e CO2 e di minor consumo di energia. Questo sarebbe vero solo considerando la nuova ferrovia come piovuta miracolosamente dal cielo, perché se invece si conteggiano anche consumi ed inquinamenti prodotti durante la costruzione (e sono decenni), il TAV risulta essere la soluzione peggiore per l'ambiente. E l'unico confronto scientificamente valido è proprio quello che considera l'intero ciclo di vita dell'opera (LCA -, Life Cycle Assessment), non solo la fase di esercizio: lo dimostrano vari studi universitari, a partire da quello di Mirko Federici, dell'Università di Siena, e lo conferma il prof. Ulgiati dell'Università di Napoli. [vedi impatto del TAV per CO2 ed energia* ed anche lo studio di Mirko Federici: slide di presentazione e sintesi dei risultati ed infine S. Ulgiati: ciclo di vita e analisi energetica]


L'IMPATTO SUL TERRITORIO ATTRAVERSATO

Quale che sia il progetto specifico, una nuova ferrovia nella stretta Val di Susa si aggiungerebbe alle varie infrastrutture che già la percorrono in tutta la sua lunghezza: l'autostrada del Frejus (A32), la ferrovia internazionale storica, le statali 24 e 25 rispettivamente verso i valichi del Monginevro e del Moncenisio.
Ciò che rende devastante l'impatto che deriverebbe dalla sua realizzazione è la somma delle varie conseguenze su diversi piani: alcune con carattere definitivo ed irreversibile, altre di durata pluridecennale.

Il TAV sottrarrebbe ulteriormente suolo alla valle, specie nelle rare zone pianeggianti ancora libere, occupandolo con vaste opere di servizio (piazzali di smistamento, interconnessioni con la linea storica, aree di sicurezza...). [vedi altri 90.000 mq per un nuovo autoporto]

Lungo tutto il territorio attraversato, tunnel ed interramenti (numerosi nei vari progetti) andrebbero ad intaccare l'equilibrio idro-geologico con elevata probabilità di perdita di sorgenti e di impoverimento di torrenti (l'esperienza di altre tratte insegna, valga l'esempio del Mugello): un impatto irreversibile con effetti sia sugli acquedotti e sulle colture, sia sui boschi (specie vegetali ed animali). [vedi: idrogeologia e interferenze acque# ed anche rischi per la castanicoltura ed infine rischi per l'ambiente naturale#]

Altri impatti non transitori, bensì definitivi, sarebbero a carico del paesaggio, dell'assetto urbanistico e di alcuni siti archeologici di notevole importanza presenti sul territorio interessato. [vedi rischi per paesaggio, urbanistica, archeologia#]

E poi rumori e vibrazioni provocati dai nuovi treni in esercizio avrebbero indefinitamente effetti negativi sulla salute degli abitanti.


GRAVI DANNI PROVOCATI DA CANTIERI DI DURATA INDEFINITA

Fra gli impatti cosiddetti transitori rientrano quelli dei cantieri per la costruzione dell'opera. I progetti stimano circa 10 anni di durata, ma è ben prevedibile che per ritardi, imprevisti, mancanza di fondi i cantieri rimangano insediati per almeno il doppio; anche peggio se si dovesse procedere per lotti costruttivi. Transitorietà, ma di un ordine di grandezza paragonabile a quello di una generazione. [vedi sintesi di alcuni impatti di cantiere]

Lunghi anni di cantieri in cui gli abitanti dovrebbero convivere con polvere, rumori e compromissioni delle acque generati da scavi e produzioni di cemento rapportate alle dimensioni faraoniche dell'infrastruttura, con gli inquinamenti acustico ed atmosferico dovuti a milioni di viaggi di grossi camion, con la costante congestione del traffico su di una viabilità ordinaria "modificata" ed ostacolata. [ vedi: sintesi dei km percorsi dai camion ed anche Susa: esempio di interferenza con la viabilità ed infine rischi per la vitiicoltura]

Stando alle previsioni contenute nel progetto preliminare 2010 della tratta internazionale, le opere su suolo italiano inizierebbero nel 2013 per concludersi nel 2023; i Francesi completerebbero però la loro tratta nazionale soltanto nel 2035: in tutto, dunque, 22 anni dall'avvio.
Ma in tutti i casi delle tratte TAV italiane già costruite c'è stata una notevole dilatazione dei tempi: d'altronde è dimostrato che questo fatto corrisponde ad un preciso tornaconto del General Contractor, privilegiato responsabile unico di costo e durata dei cantieri. [vedi estratto da "grandi opere col trucco"]

Inoltre la sempre più marcata indisponibilità di fondi statali da dedicare a questa, come ad altre opere, nel caso della Torino-Lyon praticamente obbligherebbe a procedere ad una costruzione per lotti, peraltro già teorizzata dal Commissario straordinario. Si farebbe un pezzo alla volta, dunque, man mano che si trovano le risorse: sappiamo cosa significhi questo metodo; ci sono molti esempi nel nostro Paese, uno su tutti la A3 Salerno-Reggio. L'emorragia del debito pubblico protratta indefinitamente... [ vedi grandi opere un pezzo per volta]

Tutto ciò si riperquoterebbe pesantemente sulle produzioni locali, ma soprattutto sulla salute, per la quale i pericoli gravi deriverebbero dagli inquinanti emessi: è stato calcolato che ossidi di azoto, polveri sottili e sottilissime immessi in atmosfera potrebbero, da soli, portare in Valsusa un incremento di 20 morti all'anno. [vedi gli impatti sulla salute*#]

Ma i rischi maggiori deriverebbero dall'estrazione e trattamento di rocce che in alcuni tratti contengono amianto ed uranio. [vedi: Susa: amianto all'imbocco del tunnel di base ed anche amianto, come gestirlo?]


* sono estratti dalle Osservazioni ai progetti 2010 della Comunità Montana Valli Susa e Sangone
# sono estratti dalle Osservazioni ai progetti 2010 delle Associazioni ambientaliste nazionali